56enne palermitano responsabile di stalking nei confronti di una ragusana, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.

Altro risultato positivo conseguito dalla Squadra Mobile di Ragusa in difesa delle donne in difficoltà. Il predetto personale nella giornata di ieri ha eseguito nei confronti del palermitano 56 enne responsabile di atti persecutori, cosidetto “stalking” in danno di una quarantenne con la quale in passato aveva mantenuto una relazione sentimentale, la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, a causa di una serie di azioni vessatorie inflitte alla vittima consistite in intrusioni nella vita privata, attraverso ripetuti appostamenti sotto l’abitazione, presso il luogo di lavoro, nonchè comunicazioni anche telefoniche e sms ripetute e indesiderate, al punto da provocare alla malcapitata forte ansia e paura.
Gli esiti investigativi forniti dalla «sezione specializzata» della Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del P.M. Monica Monego.  Da qualche mese la vita della vittima era diventata particolarmente difficoltosa per timore di ricevere nuove molestie; aveva paura di uscire di casa e dal posto di lavoro, temendo seriamente per la propria incolumità personale e dei propri figli. Addirittura il molestatore era arrivato a pedinare e disturbare incessantemente la vittima presso il luogo di lavoro mandando in tilt le utenze telefoniche dell’Ufficio e effettuando delle vere e proprie “imboscate” al fine di intercettarla e ottenere un “ contatto”. Per questa ulteriore condotta illecita il 56 enne è stato deferito all’Autorità Giudiziaria iblea per Peculato, Interruzione di pubblico servizio, Sostituzione di persona.
Fattore sintomatico della perfetta pianificazione, nonché determinazione che il palermitano ha mostrato durante tutta la vicenda rappresenta la scoperta fatta dagli investigatori che hanno individuato la struttura ricettiva ove lo stalker ha pernottato in occasione della sua permanenza a Ragusa, scegliendo appositamente una camera con vista sull’ufficio ove l’ex compagna quotidianamente presta il proprio lavoro. Addirittura, dopo avere terminato la permanenza in questo capoluogo, il molestatore si era allontanato senza saldare il conto.
La condotta posta in essere dal persecutore, vista la negativa da parte della vittima era .principalmente caratterizzata dal tentativo di recuperare il rapporto sentimentale precedente, ha invero manifestato una personalità incurante della libertà personale e della tranquillità della vittima. Infatti, in situazioni normali, quando si cerca di stabilire una relazione con qualcuno, gran parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di comprendere che l’altra persona non è interessata. Ma l’indagato evidentemente non si è reso conto che il continuare a insistere ulteriormente poteva significare dare inizio ad una condotta di stalking. Lo stalking distrugge la vita delle persone – non solo quella della vittima, ma spesso anche quella dei famigliari. Ogni aspetto della vita della vittima può essere influenzato

negativamente da questa esperienza – relazioni sociali, lavoro ed assetto della vita quotidiana. Questo aspetto differenzia lo stalking dalle normali interazioni sociali.
Così come più volte evidenziato dagli operatori, non bisogna mai sottovalutare queste situazioni: occorre essere consapevoli che sono molto rischiose in quanto soggette ad escalation; non esitare a rivolgersi alla Polizia di Stato: gli operatori sapranno consigliare la vittima e darle un aiuto professionale.

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