Vertenza Video Mediterraneo. Modica, la Cgil: “Situazione pesante per i lavoratori

Da tre anni a questa parte a Video Mediterraneo viene recitato il copione che vede come unico protagonista i dipendenti, i quali, con grande spirito di sacrificio, portano avanti la televisione senza aver mai certezza di quando percepiranno le spettanze per le prestazioni di lavoro rese e l’Amministratore, assurto a voce fuori campo, a precisare che fino a quando non saranno recuperati i contributi che l’emittente vanta dallo Stato non potrà pagare.
La Cgil denuncia questo stato di cose sottolineando che a Video Mediterraneo è stato superato da tempo ogni limite, “ogni possibile considerazione, l’azienda sembra essersi incagliata ad un scoglio che ne atterra il futuro, sembra un’azienda affetta da un robusto declino a tal punto da aver smarrito quasi del tutto ogni possibile forma di speranza e tuttavia le sue attuali condizioni sia organizzative che economiche non potranno avere altro approdo che quello della seria definizione della problematica che l’attraversa, ponendo come priorità, su ogni cosa, la legittima aspettativa dei tanti dipendenti, quelli che l’azienda l’hanno resa importante, facendo loro recuperare fino all’ultimo centesimo le mensilità maturate e non liquidate”.  “Perché è chiaro che ormai è fuori da ogni sostenibilità – dicono Piero Pisana e Salvatore Terranova – che i dipendenti debbano continuare a lavorare senza percepire lo stipendio, perché è inammissibile che l’azienda debba ad oggi corrispondere ad essi, a seconda dei casi, da sei a tredici mesi ed inaccettabile oramai che il comportamento dell’Amministratore di subordinare la corresponsione degli stipendi all’incameramento dei contributi statali per l’editoria.
E’ tempo che l’Amministratore dia un forte segnale di discontinuità rispetto ai comportamenti passati e realmente metta, nei fatti, al primo posto tutti i suoi lavoratori, che poi sono le vere risorse che hanno fatto crescere l’emittente, contribuendo notevolmente a renderla eccellente e numericamente forte nel mercato della informazione televisiva siciliana.
E’ tempo ora che l’Amministratore esponga con dati obiettivi la reale situazione dell’emittente, fornendo le informazioni che da tempo il sindacato ha richiesto e che mai ha ricevuto; è tempo che l’Amministratore, chiamando a raccolta tutto il sindacato attorno ad un tavolo, si faccia l’artefice di un nuovo corso all’interno dell’azienda, attuando le uniche risposte che in questo momento servono: pagare – così come richiesto dalla Cgil – nell’arco di una settimana 4 mensilità a tutti i dipendenti e poi definire un piano attendibile per il pagamenti di tutti le altre mensilità pregresse unitamente ai possibili percorsi di ristrutturazione aziendale”.
La Cgil si trova in disaccordo rispetto alla volontà aziendale di ricorrere alla procedura del licenziamento collettivo di una consistente quota dei dipendenti e pertanto invita l’Amministratore a farsi promotore, al più presto, di un incontro tra le parti, portando, intanto, al tavolo il reale impegno di liquidare da subito 4 mensilità. “Stranizza – dicono i due sindacalisti – che un imprenditore come Carmelo Carpentieri non sia nelle condizioni di disporre di centomila euro per dare ristoro ai lavoratori, aspettando lui e non i lavoratori i contributi statali; accetti il confronto sui processi di ristrutturazione dell’azienda, poiché siamo convinti che la via maestra per raddrizzarla non siano i licenziamenti, ma un percorso ben diverso che non c’è stato modo di illustrare compiutamente.
Questa è la proposta della CGIL, per cui, trascorsi 5 giorni dal presente documento, sarà dichiarato lo stato di agitazione che non esclude altre iniziative e il ricorso alle vie legali per fare recuperare ai dipendenti le loro spettanze”.

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