Angelo Di Natale: “Prima dell’aggressione dell’attacchino avevo denunciato il racket delle affissioni”

Un uomo rischia la vita perché, al di là della specifica responsabilità penale di chi lo ha colpito con selvaggia violenza e che va accertata e punita, quasi tutti i partiti e i loro candidati hanno scelto, tollerato e utilizzato un sistema illegale di affissione dei manifesti elettorali, nel silenzio e nella complice omissione delle autorità preposte ad impedire abusi e violazioni che da settimane sono in bella evidenza in ogni angolo delle nostre città.
“Proprio ieri mattina – dice il candidato alle regionali, Angelo Di Natale – avevo denunciato un fenomeno, assurdo e incredibile, da settimane sotto gli occhi di tutti: i manifesti elettorali che abbiamo visto e fino ad oggi vediamo – tutti, nessuno escluso, quindi anche quelli di chi lancia appelli al rispetto delle regole – sono affissi in modo illegale. Come denunciato ieri, fino a quando non ne sarà eseguita la ripartizione, nessuna lista o candidato ha uno spazio in cui legittimamente apporre il manifesto. Ogni manifesto pertanto è abusivo.
Io non sono disposto, in nessun caso e in nessuna condizione, a violare la legge. Pertanto nessun manifesto sulla mia candidatura e sulla lista di cui faccio parte è stato affisso, né lo sarà fino a quando non ci verrà assegnato uno spazio in cui poterlo fare nel rispetto della legge.
Ieri, nel mio esposto, avevo anche denunciato una prassi gravissima seguita dalla gran parte di partiti e dei loro candidati più “ricchi” e aggressivi, quelli, per intenderci, che hanno riempito le città della loro faccia. Ripropongo il passo della dichiarazione di ieri.
In alcune realtà come quella del capoluogo è poi molto diffuso, sotto gli occhi di tutti, un sistema oscuro di condizionamenti e intimidazioni, un vero e proprio racket sull’attività materiale di affissione della quasi totalità dei manifesti che penalizza i partiti e i candidati indisponibili a violare le norme e a sostenere spese eccessive e non trasparenti.
In questa mia denuncia sta la spiegazione dell’episodio di inaudita violenza accaduto ieri, gravemente lesivo – oltre e prima ancora che – dell’integrità fisica di una persona alla quale va la mia umana solidarietà, di un modus operandi collettivo e diffuso del quale sono responsabili tutti coloro – tutti, nessuno escluso – che lo hanno accettato e messo in atto: basta vedere i manifesti affissi e il curriculum, ben noto alle forze di polizia, di certi “attacchini” cui si affidano i candidati la cui faccia ha invaso le nostre città.
A maggior ragione rinnovo l’appello, da me lanciato ben prima del “fattaccio”, e ancora inascoltato, al sindaco di Modica (che so essere sensibile, come cittadino prima che come sindaco, al valore della legalità) e al commissario del Comune di Ragusa perché facciano rimuovere immediatamente tutti i manifesti elettorali finora affissi. Lo impone la legge ed è facile a farsi. Non c’è un solo manifesto da salvare perché, finora, sono tutti abusivi e affissi illegalmente.
Questo sarebbe l’unico modo, anche rispetto al dramma di un uomo che rischia la vita, di tornare alla legalità, incredibilmente calpestata – da un esercito di candidati arraffoni e senza scrupoli – sotto gli occhi di tutti e nella complice indifferenza delle istituzioni.

foto archivio

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