LA DIPENDENZA PATOLOGICA DAL GIOCO D’AZZARDO, IL FENOMENO AL CENTRO DI UNA CONFERENZA IN PROGRAMMA SABATO A SANTA CROCE CAMERINA PER FARE LUCE SUL DIFFICILE TEMA

Il gioco d’azzardo patologico è una delle nuove forme di dipendenza maggiormente diffusa. E’ caratterizzato da un comportamento di gioco persistente e ricorrente (il ‘‘Gratta e vinci’’ è uno degli esempi) che compromette le attività personali, familiari o lavorative dell’individuo che, nel tentativo di sfuggire problemi o di alleviare un umore disforico, ritorna facilmente a giocare. A ciò si aggiunge anche il tentativo di recuperare somme di denaro perse.
Si tratta di un fenomeno che investe, in maniera pesante, anche la provincia di Ragusa. E su cui l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute intende fare piena luce. Per questo motivo il direttore, don Giorgio Occhipinti, ha promosso per sabato 20 ottobre, alle 17, nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Santa Croce Camerina, la conferenza sul tema: “La dipendenza patologica dal gioco. Aspetti sociali, sanitari e legali”. Dopo l’introduzione di don Occhipinti, ad esporre la problematica sarà Santi Benincasa, medico di medicina generale dell’Istituto superiore per le scienze cognitive di Enna. Interverranno Maria Concetta Noto, vice direttore dell’Ufficio per la pastorale della Salute, Gianni Digiacomo, presidente della sezione di Ragusa della Società italiana di medicina generale, e Rosa Giaquinta, vicepresidente Simg Ragusa.
“Spesse volte – ricorda don Occhipinti – il giocatore mente alla propria famiglia o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento e commette azioni illegali per finanziare il gioco. Nell’era multimediale il giocatore d’azzardo cambia faccia: mentre prima era facilmente individuabile, “segregato” nei luoghi a lui deputati, ora chiunque sia in possesso di un computer, di un collegamento a internet e di una carta di credito può essere un giocatore compulsivo in un casinò-online. Il gioco on-line è estremamente pericoloso proprio perché, dalla solitudine della propria casa, il giocatore non ha freni: ha infatti 24 ore su 24 la possibilità di accedere al gioco senza incorrere nello sguardo giudicante degli altri”.
Don Occhipinti, però, riflette su un aspetto da non sottovalutare: “Prima di parlare di prevenzione del gioco d’azzardo, chiediamoci che cosa significhi fare prevenzione. Il concetto di prevenzione è un concetto complesso che ha a che fare con la salute, la normalità, la quotidianità, la territorialità e l’operatività. Un lavoro di prevenzione per il gioco d’azzardo richiede una messa in rete dei soggetti istituzionali della comunità locale che, per motivi diversi, sono coinvolti in questa problematica e, più in generale, una promozione di spazi di gruppo di confronto e di riflessione per la popolazione. L’ufficio di Pastorale della Salute prosegue la propria attività con questa iniziativa per informare su quella che si sta rivelando una grave dipendenza sociale sui territori dei vicariati della Diocesi”.

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