Inps, Mastrapasqua dice “no” ai tagli del personale e delle retribuzioni

Il presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua, interviene sul tema dei presunti esuberi dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e della cancellazione del premio di risultato al fine di fare chiarezza sulle insistenti voci che si sono susseguite negli ultimi giorni.
“Finché sarò il presidente dell’INPS mi batterò con tutte le mie forze e in ogni sede perché non ci siano tagli al personale né riduzioni alle loro retribuzioni”. La dichiarazione mira anche a tranquillizzare il personale dell’Inps e a difendere lo Stato sociale.
“Non si tratta di una difesa corporativa, per difendere una Pubblica Amministrazione contro altre Pubbliche Amministrazioni – precisa ancora Mastrapasqua – è soprattutto una difesa del Welfare del Paese. Come abbiamo ricordato in più occasioni la consistenza attuale del personale, poco più di 33mila dipendenti, che comprendono anche quelli provenienti da INPDAP ed ENPALS è di gran lunga inferiore a quella degli Istituti che di Welfare si occupano in Francia o in Germania”. Il presidente Mastrapasqua sottolinea il danno che si creerebbe nel Paese in caso di riduzione di servizi ai cittadini. “Sono certo- afferma- che la sensibilità del Governo, nella sua collegialità e nella persona dei singoli ministri, provvederà a evitare un danno incalcolabile all’erogazione dei servizi del Welfare del Paese, alla regolare riscossione dei contributi, alla straordinaria opera di recupero dell’evasione e di controllo di legalità che richiedono un INPS sempre più forte e in grado di poter contare su tutte le sue professionalità e su tutte le sue risorse”. Mi risulta che il Direttore generale Mauro Nori abbia smentito alle rappresentanze dei lavoratori le indiscrezioni di stampa sui presunti esuberi. Semplicemente perché in queste condizioni, in questo contesto e in questa congiuntura non ci possono essere esuberi all’INPS”.
La dichiarazioni del presidente mirano a tranquillizzare il personale: “Con la stessa forza con cui pongo il problema delle risorse umane nell’Istituto, voglio ribadire che è inaccettabile immaginare una riduzione delle retribuzioni per le lavoratrici e per i lavoratori dell’Inps. Mi riferisco alla norma presente nel Ddl 5534/c (legge di stabilità 2013) con cui si chiede un ulteriore taglio di 300 milioni di euro agli enti previdenziali. Taglio che si tradurrebbe in una irricevibile proposta di cancellazione dei cosiddetti ‘progetti speciali’.
Il presidente indica la modalità di recupero del taglio previsto nel Ddl sopracitato. “L’Inps nel prossimo triennio taglierà già i suoi costi di gestione per oltre 300 milioni per effetto delle normative già vigenti, comprese quelle previste per la più grande opera di integrazione nel sistema pubblico – conclude il presidente Mastrapasqua, riferendosi al processo di “fusione” di Inpdap ed Enpals in Inps – assicurando così il doveroso contributo a un alleggerimento significativo della spesa pubblica. Ma è dovere di chi ha la responsabilità non solo legale dell’INPS, ma di indirizzo politico -amministrativo, indicare la soglia sotto la quale è impossibile comprimere la spesa. Il danno non sarebbe per l’INPS, ma per il Paese che le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto, insieme al loro presidente, intendono continuare a servire con orgoglio, efficienza e fedeltà”.

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