Vertenza Video Mediterraneo. Modica, la verità dell’editore Carpentieri

La vertenza Video Mediterraneo e l’avvio dei licenziamenti collettivi , ha indotto l’editore, Carmelo Carpentieri, a mettere in chiaro alcuni aspetti riguardo a quanto sostenuto in questi giorni dalle organizzazioni sindacali.secondo i quali l’amministratore si sarebbe sottratta al dialogo. “Viene omesso però – dice Carpentieri – che il 10 ottobre scorso i sindacati erano stati convocati a un incontro al quale si sono rifiutati di partecipare, continuando a preferire le esternazioni a mezzo stampa.
È doveroso ricordare inoltre che nessuno dei lavoratori avanza tredici mensilità di arretrati, risultano ancora impagati i mesi di settembre, ottobre e la tredicesima del 2011, mensilità che, viste le difficoltà finanziarie, in sede di accordo sindacale, si era stabilito di corrispondere all’atto dell’erogazione da parte del Ministero del rimanente 40% di contributo che era stato trattenuto per il 2011, più qualche mensilità del 2012.
Abbiamo continuamente sollecitato gl organi preposti e alla data odierna il Ministero sta approntando la prima trance che a giorni potrebbe essere erogata, con a seguire il saldo dell’anno 2007 che deve ancora esserci erogato; i due importi potrebbero soddisfare totalmente le richieste dei dipendenti.
Che cosa hanno fatto le Organizzazioni sindacali, benché informate di questa mancanza di liquidità della Società? C’è stato un interessamento dei loro rappresentanti nazionali in modo da sollecitare i pagamenti suindicati che avrebbero aiutato i dipendenti? Nessuno si è mosso! Già nel 2011 la nostra Società aveva presentato un piano per ristrutturare l’azienda, tenuto conto che le entrate non coprivano i costi di gestione, già allora si prevedeva il licenziamento di 23 unità come unica via d’uscita, le pressioni sindacali ci hanno convinto ad operare ancora una volta utilizzando la cassa integrazione, benché questa scelta in passato fosse stata un fallimento; una scelta motivata anche dalla speranza che il mercato economico si potesse riprendere, ma che si è dimostrata ancora una volta errata, che ha portato caos nell’organizzazione del lavoro e aggiunto altre mensilità di arretrati agli stipendi dei lavoratori, oltre al grande ritardo nell’erogazione della cassa integrazione da parte dell’Inps ai lavoratori. È trascorso un anno e ci ritroviamo ancora con un mercato economico senza futuro e senza liquidità, specialmente negli enti pubblici; mentre le entrate possono coprire solo il 40% dei costi. Non vediamo alternative ragionevoli e la diminuzione dei costi generali e del personale è un sacrificio necessario e doloroso. Non sono decisioni facili da prendere per un imprenditore, perché ridurre il personale è come tagliare una parte del proprio corpo, tanto è il dolore che si prova, ma è doveroso mantenere in vita l’azienda e i rimanenti lavoratori; sono operazioni forti ma necessarie”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa