Interruzione di pubblico servizio. Modica, 76 netturbini indagati

Settantasei operatori ecologici alle dipendenze dell’impresa ecologica Giorgio Puccia sono indagati per interruzione di pubblico servizio continuato in concorso. La Procura della Repubblica di Modica ha notificato in queste ore gli avvisi di conclusione delle indagini agli interessati e ai loro difensori, gli avvocati Salvo Maltese, Piero Sabellini, Carmelo Ruta, Robin Giannone, Antonio Giannone e Giovanni Cassarino, che consente alle parti in causa di produrre nuovi elementi probatori per far si che il pubblico ministero decida di chiedere l’archiviazione al Giudice per l’Udienza Preliminare anziché il rinvio a giudizio. Era stato proprio il titolare dell’impresa che gestisce il servizio di igiene ambientale a Modica a presentare querela il 27 giugno scorso nei confronti dei propri dipendenti che si erano astenuti per tre giorni consecutivi dal lavoro lasciando la città sporca e i cassonetti traboccanti. Gli operatori ecologici avevano “incrociato le scope” dal quattro al sei giugno scorsi per protestare riguardo la mancata corresponsione degli emolumenti relativi a due mensilità. I corridoi del Municipio erano stati presi d’assalto dai lavoratori, fino a quando l’assessore all’Ambiente e all’Ecologia, Giovanni Spadaro, non assicurò loro che i mandati sarebbero stati pagati all’azienda nell’immediatezza. “Allora eravamo fermi ad un anticipo del mese di marzo – dicono gli interessati – e avevamo chiesto il saldo della mensilità e anche del mese di aprile”. Originariamente erano novantasei coloro che erano stati indagati su centodue in organico. Mancavano, in sostanza, quelli assenti per malattia, ferie o altri motivi. Per l’azienda si è trattato di un atto dovuto al fine di giustificare il perchè per tre giorni di fila era stata lasciata la città sporca, con i cassonetti traboccanti di rifiuti, poiché in questi casi, essendo un servizio in appalto a società privata, si deve dare una motivazione palese circa l’eventuale astensione dal lavoro. Durante le indagini venti indagati sono riusciti a fornire elementi convincenti sulla loro assenza dal posto di lavoro cosicchè adesso non figurano nell’elenco. Il quattro giugno gli interessati erano stati autorizzati a svolgere un’assemblea sindacale che poi si sarebbe trasformat nel cosiddetto “sciopero selvaggio.” Ancora oggi le proteste per gli stipendi continuano. Da otto giorni è in corso uno “sciopero bianco” con l’occupazione della sala antistante l’ufficio di gabinetto del sindaco dal tramonto all’alba. Ieri mattina, però, dopo il servizio gli operatori ecologici, in questo caso una ventina, erano a Palazzo San Domenico, in “uniforme” e con nuovi striscioni, uno dei quali recitava “Vergogna ci avete lasciato in mutande”(nella foto Cannizzaro). Sulle balconate del palazzo istituzionale della città spiccano analoghe rimostranze che accusano l’azienda del tipo “Benvenuti nella città di Puccia”. L’imprenditore, dal canto suo, si difende circa il mancato pagamento sui ritardi da parte dell’ente civico a saldare le fatture arretrate già emesse.

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