IL PD DI MODICA RISPONDE AD ANGELO DI NATALE

Sarà Laura Puppato, se vorrà, a rispondere alle provocazioni di Angelo Di Natale e a spiegargli perché ha voluto dare il suo sostegno alla candidatura di Anna Maria Sammito.
Il PD di Modica, però, non può consentire che passino senza contraddittorio le opinioni propinate per verità assolute da Di Natale.
E dopo esserci impegnati per tutto l’arco di questa campagna elettorale ad evitare ogni atteggiamento di antagonismo, preferendo concentrarci sulla valorizzazione della nostra proposta, proprio l’ultimo giorno siamo costretti a reagire ad un attacco che sfiora la volgarità, contribuendo nostro malgrado a mandare in scena un altro di quegli spettacoli che – forse Di Natale non l’ha ancora capito – sono tra le cause dell’allontanamento della gente dalla politica.

Quel che ci delude e ci amareggia – seppure non ci sorprende – è che protagonisti di quest’atto finale debbano essere non due partiti figli di culture politiche diverse, che sarebbe naturale trovare alla reciproca opposizione, ma due partiti che, come Di Natale stesso riconosce, solo insieme possono rappresentare in Italia una forza in grado di realizzare la vera alternativa.
Ma Di Natale si ostina a fare della Sicilia qualcosa di diverso dall’Italia, come del resto il suo Presidente si è ostinato a fare nella controversa fase che ha portato alla definizione delle candidature regionali, accettando per questo l’altissimo prezzo di poter compromettere per l’ennesima volta la vittoria del centrosinistra in quest’isola.
Quante volte a causa dell’irremovibilità della sua sinistra, si è impedita la nascita di quel fronte progressista di cui pure Di Natale parla, con l’unico risultato che quest’altissimo prezzo lo stanno pagando per intero l’Italia e la Sicilia, costrette a decenni di malgoverno del centrodestra?

Ma tutto questo, appunto, non ci sorprende: anche a Modica SEL, che aveva fatto la scelta più saggia entrando nell’amministrazione della città all’insediamento del sindaco Buscema, non ha resistito al richiamo della propria vocazione antagonista. E continua a preferire, piuttosto che assumersi la responsabilità di amministrare, assumere l’atteggiamento del moralismo intransigente, di chi sta alla finestra a giudicare in base a teoremi puristi che non si confrontano mai con i bisogni della gente.
Così i loro discorsi astratti, per poter essere sostenuti pubblicamente, finiscono per trasbordare in una distorta lettura della realtà: SEL fa finta di non conoscere i motivi, peraltro condivisi nel 2008, che hanno spinto il sindaco Buscema ad anteporre a tutte le altre le ragioni dell’amministrazione della città, della governabilità, della stabilità politica come condizione imprescindibile per salvare Modica dal baratro su cui si affacciava.
Finiscono per trasbordare in un falso e tendenzioso giudizio sulle persone: Angelo Di Natale fa finta di non conoscere il livello di pulizia morale e di trasparenza amministrativa del sindaco Antonello Buscema e dei suoi più collaboratori e di non vedere come siano proprio queste le qualità che incarna Anna Maria Sammito.
E finiscono per trasbordare senza scrupoli anche in una scorretta informazione: SEL fa finta di non aver sostenuto, finchè è stata in Amministrazione, anche il percorso del project financing del Cimitero, e di poter ora senza scrupoli spacciarlo per una privatizzazione e mentire spudoratamente sul fatto che raddoppi i costi per i cittadini.

La distanza tra la teoria e la pratica politica, male apparentemente incurabile di questa sinistra, è in realtà già stata coperta da Vendola a livello nazionale, grazie ad un avvicinamento per cui gli va dato tutto il merito di aver lavorato insieme a Bersani, con la lunga fatica che questo ha comportato per entrambe le parti, ma con la comune consapevolezza della irrinunciabilità di questo percorso.
Sarebbe ora che il partito di Vendola a Modica e in Sicilia si adeguasse alla velocità di marcia del proprio leader e ne interpretasse le scelte a livello territoriale: i suoi esponenti ne hanno in capo la piena responsabilità e, se si decidessero a dismettere il tono dei predicatori e a guardare seriamente a questa opportunità, troverebbero nel PD la stessa disponibilità.
Sarebbe ora di dimostrarci tutti pronti ad una scelta di maturità che – superando la smania delle reciproche recriminazioni – dimostrasse di poter rappresentare il cambiamento non solo con le parole, ma con i fatti.

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