E’ un botta e risposta tra il candidato alle Regionali, Angelo Di Natale, e il Pd di Modica che è, a sua volta, intervenuto dopo la nota del candidato indipendente a difesa di Laura Puppato. Tutto si è consumato durante l’odierna giornata. Ecco la controreplica di Di Natale.
“Certo che solo Laura Puppato, se vorrà, potrà rispondere.
E’ a lei che ho posto le domande.
E se l’ho fatto, ben conoscendola, è perché temo che abbia generosamente offerto la sua disponibilità senza conoscere a fondo il ruolo e l’operato del Pd a Modica e in Sicilia dove, non a caso, ha insediato un solo comitato, in provincia di Catania, per le primarie.
Le mie parole, scritte nella lettera a lei indirizzata, ben prima che la rendessi pubblica, hanno inteso rappresentare la realtà siciliana e il ruolo in essa giocato dal Pd, nella giunta regionale come in quella del Comune di Modica. Tralascio insinuazioni di asserita volgarità che, se c’è, va cercata nei fatti e negli atti politici prodotti da chi si duole delle parole che, con rigore logico, si limitano a riferirli.
Sono i fatti, in questo caso amministrativi, prodotti dai gestori della cosa pubblica, ad avere allontanato i cittadini dalla politica. Non le parole che, nel vuoto di informazione critica che ha anestetizzato le coscienze, raccontano quei fatti. E in proposito, prendo e do atto che sui fatti nulla il Pd abbia da obiettare alle parole con le quali li ho, più volte e da tempo, pubblicamente segnalati.
Due partiti che dovrebbero stare insieme?
Chiedo al Pd: insieme con chi, con l’Mpa di Riccardo Minardo e con l’intera sua famiglia, politica e non solo?
Il Pd, in Sicilia e a Modica, ha scelto di uscire dal centrosinistra che, faticosamente, in Italia si sta cercando di costruire, essendo l’unica possibilità di rinascita di un Paese distrutto, e di una Sicilia ancora di più vilipesa e tradita, in questo caso grazie anche al Pd e al suo scellerato ribaltone sul quale, i “Democratici” di Modica non hanno una parola da spendere.
Conosco Antonello Buscema e la sua persona. Di quanto su di lui mi consti ho sempre dato atto pubblicamente, sicché, in questo caso, le parole spese dal Pd sul suo conto suonano come excusatio non petita.
Conosco Antonello Buscema, ma il problema è che non lo riconosco nel sindaco di Modica che egli avrebbe potuto/dovuto essere. E mi riferisco esclusivamente al prodotto della sua amministrazione.
Le ragioni per le quali nel 2008 Buscema e l’intero Pd fecero le scelte che fecero, e al di là di come ciascuno le possa valutare, nulla hanno a che fare con gli atti amministrativi prodotti, come quelli da me denunciati e su cui il Pd nulla ha da dire, tranne un patetico tentativo di negazione della realtà, in riferimento per esempio al colossale affare privato che, umiliando e offendendo la città, l’amministrazione a guida Pd ha consegnato all’impresa – non a caso sempre la stessa, dell’azionista di controllo della coalizione politica che la sostiene – sulla pelle dei cittadini, espropriati, senza essere stati neanche consultati, del diritto alla garanzia pubblica di un servizio vitale per la memoria e la storia stessa della comunità come il cimitero e i servizi correlati.
Questa a mio avviso dovrà essere materia di confronto non estemporaneo, ma sereno e approfondito, nel dibattito che precederà le non lontane elezioni amministrative.
Ma le domande rivolte a Sel non possono essere poste a me. Io non ne faccio parte, come non faccio parte del Pd. Sono indipendente come anche nella lettera a Laura Puppato chiarisco.
Per tornare alla giunta-Buscema, da indipendente quale sono osservo che anche chi avesse condiviso le ragioni di quell’alleanza nel 2008, non credo che avesse scelto, almeno sul fronte Pd, un’amministrazione comunale in perfetta continuità con la precedente, soprattutto e specificamente, su un punto: garantire gli affari privati di un gruppo economico-politico-familiare in contrasto con gli interessi della città.
Che tale condotta negli anni fosse determinata e consapevole è garantito dalle tante lacune di trasparenza e ambiguità che si rintracciano negli atti e dalla mancata consultazione dei cittadini. Una scelta così grave e straordinaria come quella sul cimitero avrebbe imposto ad un’amministrazione comunale in buona fede di indire prima un referendum.
Non esistono una teoria politica e una pratica politica.
Esistono una buona politica, al servizio della polis, che è teoria e pratica insieme, senza difetti di coerenza. E una brutta politica, che serve affari privati ed ha bisogno solo della pratica che li persegua, meglio se in silenzio o con poche parole.
Grazie, sinceramente, al Pd per la risposta. Comunque, è meglio del silenzio”.