Le piazze di Vittoria sono luogo da vivere in modo pieno ma senza eccessi. Sviluppo Ibleo si rivolge all’Amministrazione comunale: “Servono ordinanze specifiche”

“Le piazze della nostra città sono un luogo da vivere in modo pieno. Senza però entrare in conflitto con chi riposa, a maggior ragione durante le ore notturne. Ecco perché riteniamo ci sia qualcosa che vada rivista”. E’ quanto sostiene il segretario dell’associazione politico-culturale “Sviluppo Ibleo”, Biagio Pelligra, secondo cui l’Amministrazione comunale di Vittoria deve cominciare a porre la necessaria attenzione su alcuni aspetti riguardanti le agorà cittadine. “A piazza del Popolo, piazza Gramsci, piazza Stazione, nella zona Emaia, adiacente il campo di concentramento, e a piazza Calvario – continua Pelligra – si registrano, ormai quasi quotidianamente, episodi in cui si registrano disturbi e schiamazzi della quiete pubblica, episodi che impediscono ai cittadini delle aree limitrofe di riposare tranquillamente, a maggior ragione dopo una certa ora. E’ un problema diventato sempre più serio con il passare dei mesi e su cui, finora, non si è mai intervenuto. Ecco perché riteniamo sia arrivato il momento, per la politica, di interrogarsi sulla delicata questione”. Per Pelligra, che afferma di avere ricevuto numerose segnalazioni in proposito, è indispensabile che ci si attivi con un’azione specifica di tutela delle piazze. In che modo? “Potrebbe essere sufficiente – dice il segretario dell’associazione – predisporre apposite ordinanze che stabiliscano regole di permanenza e sosta ad esempio su piazza Calvario. E’ ovvio che poi queste ordinanze dovranno essere rispettate e in questo senso entrerà in gioco il corpo di polizia municipale perché si rafforzi la vigilanza e si tendano a reprimere atteggiamenti poco edificanti riguardanti il modo di usufruire di un bene comune. Per questo motivo abbiamo chiesto al consigliere comunale Andrea La Rosa di predisporre una interrogazione urgente per investire l’Amministrazione comunale della questione e comprendere in che modo, a breve o a media scadenza, la stessa intende intervenire”. Pelligra, altresì, tende a precisare che “il nostro non vuole essere un intervento oscurantista. Ci mancherebbe altro. Tutti – continua – hanno diritto a divertirsi a patto che questo divertimento non sfoci in attività di disturbo nei confronti degli altri. La tolleranza va bene. Ma c’è un limite che, riteniamo, non si possa superare”.

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