La situazione politica a Modica. Piero Torchi: “Oggi sarebbe facile per me smentire l’amministrazione comunale”

L’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, analizza il momento economico difficile che sta attraversando il Comune di Modica e di conseguenza la città. Per lui sarebbe facile in questo momento lasciarsi tentare dalla polemica e magari dimostrare altri numeri rispetto a quelli sinora “sciorinati” dall’amministrazione comunale. “Potrei dimostrare numeri alla mano – esordisce Torchi – che le bugie di questi anni erano solo frutto della volontà del Sindaco, e di una parte di questa maggioranza, di cercare disperatamente quel consenso reale della città mai ottenuto, denigrando il passato anche a costo di incorrere in clamorose gaffes. Cito per tutte quella che ciascun modicano,se lo vorrà, potrà trovare in qualsiasi sito d’informazione ed in qualsiasi motore di ricerca: l’azzeramento del debito del comune di Modica al 31 dicembre 2011 e, addirittura, il saldo attivo nel 2012. Una tesi incredibile alla luce dei dati di oggi, ma sostenuta dal Sindaco ufficialmente ( al di la del disperato tentativo di negarlo in Consiglio), ed accreditata dal suo partito, che é stata clamorosamente smentita dai fatti, rivelandosi un letale boomerang per chi ha vissuto in questi 5 anni nell’ossessione del passato e nel tentativo di accreditare un presente che, oggi, tutti conosciamo
In molti mi chiedono oggi, confortato dai numeri, di attaccare Sindaco ed Amministrazione e di certificare, finalmente la verità dei fatti; confesso che la tentazione é stata ed é forte, ma cede il passo ad un senso di responsabilità che mi impone di guardare a ciò che é meglio per la città.
Per questa ragione ho molto apprezzato i tentativi di mediazione del Presidente del Consiglio, il quale, mi é testimone del lavoro fatto, da privato cittadino, nel tentativo di arrivare, anche grazie alla disponibilità dell’opposizione, ad un risultato deliberativo che, pur non condividendo la responsabilità delle scelte errate di questa amministrazione, consenta di poter immaginare un futuro per Modica.
In cambio ho ricevuto dal Sindaco, e da qualche suo giannizzero, l’ennesima aggressione mediatica; io scelgo invece, ancora una volta di non scendere al loro livello, non utilizzando i veri numeri che li inchioderebbero alle responsabilità e non citando le reali ragioni delle ripetute convocazioni avanti la Corte dei Conti di questa amministrazione, molte delle quali colpevolmente taciute e nascoste a questo consiglio come hanno rilevato anche numerosi componenti della maggioranza.
Con altri numeri preferisco rispondere, quelli si incontrovertibili: i numeri di Modica prima stazione appaltante in Sicilia tra il 2002 ed il 2007, con oltre 100 milioni di euro ( a fronte dello zero stabile di questi 5 anni che ha relegato Modica all’ultimo posto non in Sicilia ma anche in provincia), i numeri di una saldo inattivo nel 2007 del 25% tra imprese nate ed imprese chiuse in città ( oggi radicalmente inverso), ed i numeri morali ( oggi completamente smarriti) di una città che ho lasciato tra le più effervescenti del Sud Italia e capitale morale del Sud Est, e che oggi ritrovo anonima ed indifferente.
Questi sono i numeri veri della politica; gli altri sono semplice ragioneria ed oggi, purtroppo per loro, ci danno anche ragione. A partire dal dato del marzo del 2008 quando, al momento delle dimissioni della mia amministrazione, gli stipendi dei lavoratori e dell’indotto erano tutti regolarmente pagati al contrario di oggi. Il tutto senza aver ricevuto regali dalla Regione ma con un credibilità nei confronti dei creditori, pubblici e privati, che ci consentiva di affrontare con serenità i problemi strutturali del comune che affondano la loro origine nella notte dei tempi e certo non sono colpa di Ruta, Torchi o di quanti sono stati con noi o sono venuti dopo di noi.
La differenza é stata che noi, i debiti fuori bilancio fisiologici che abbiamo trovato, i grandi contenziosi con i principali creditori che pure ereditammo, li abbiamo affrontati e gestiti senza sentire il bisogno di accusare chi ci aveva preceduto e che aveva a sua volta tentato di fare il possibile per garantire la vivibilità della città nonostante i tagli costanti di Stato e Regione, contro i quali si dovrebbe lottare e contro i quali si dovrebbe avere coraggio di sbattere i pugni sul tavolo, invece di scegliere obbiettivi che, per molto tempo, sono stati privi di difesa ed anche del diritto di parola.

Li abbiamo affrontati dando speranza e prospettiva a questa città e rifuggendo da questo stanco e costante lamento che ha contraddistinto questo sindaco e che ne ha compromesso, sin dall’inizio, forza, credibilità ed autorevolezza. Se ogni giorno si grida al disastro, finisce poi che gli altri ci credono e ti presentino, tutto insieme, il conto da pagare com’è accaduto con i creditori dell’Ente.
Ci sarà tempo e modo per affrontare i numeri e per ricercare le reali responsabilità; ci sarà tempo persino per togliersi qualche sassolino troppo a lungo trattenuto. Oggi è invece il tempo della responsabilità anche per chi come me non ambisce ad alcuna carica o candidatura; a maggior ragione per il Sindaco di questa città che, dopo averla per anni divisa e lacerata, oggi ha il dovere di mettere fine alle polemiche, di ammettere i propri errori con umiltà, e di ricercare le residue condizioni di unità che serviranno ad evitare il peggio ed a dare coraggio agli uomini ed alle donne, alle famiglie ed alle storie di quanti troppo frettolosamente chiamiamo dipendenti o imprese, ma che prima di tutto sono persone”.

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