Uno dei principali obiettivi, quello della ricerca dell’attenzione da parte delle istituzioni, è stato raggiunto. Anche dopo la protesta in Largo Camarina, a Ibla, degli extracomunitari ospiti della struttura. Ora bisogna che la Regione risponda presente rispetto alle numerose rivendicazioni contenute nella piattaforma che i sindacati di categoria sottoporranno all’attenzione dell’assessore alla Famiglia. Il fatto che i dipendenti dell’Opera Pia Casa di ospitalità iblea non percepiscano gli stipendi da venti mesi è già di per sé una motivazione forte e profonda che dovrebbe trovare accoglimento da chi è preposto, la Regione appunto, a garantire il funzionamento della casa di ospitalità in questione. "Non accettiamo le critiche di chi – affermano alcuni lavoratori – ha ritenuto che la nostra protesta mettesse a repentaglio l’assistenza degli ospiti. Ma dov’erano tutte queste persone quando, nei mesi scorsi, andavamo evidenziano le nostre difficoltà, visto che, già allora, erano davvero parecchi gli stipendi che dovevamo avere? Se abbiamo deciso in questo senso, adesso, è perché la situazione per noi è diventata davvero insostenibile. Non possiamo più andare avanti. Che qualcuno si accorga della nostra vertenza e intervenga in maniera decisiva e determinata. Noi chiediamo solo le somme che ci spettano, non vogliamo avere altro. Ci sembra alquanto normale in un Paese che si reputa democratico e, per di più, fondato sul lavoro". I sindacati, intanto, stanno adoperandosi per percorrere la strada dell’interlocuzione. Che, già quest’oggi a Palermo, potrebbe dare i primi riscontri.
RAGUSA. Una chiusura che non va giù. Ancione Spa: i sindacati sperano di coinvolgere imprenditori locali, ma non sarà facile
- Dicembre 4, 2008
- 10:27 pm
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