Coltivazione di droga in un garage di Modica, condanna esemplare per netturbino

Una condanna dai toni esemplari e’ quella emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, nei confronti dell’operatore ecologico Gianluca Cannata, 27 anni, arrestato lo scorso 28 settembre in Via Sacro Cuore dagli agenti del Commissariato per coltivazione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Il magistrato, ha concessoo le attenuanti generiche e pur qualificando il reato come grave, ha inflitto la pena di due anni e otto mesi di carcere, seppure col rito abbreviato(ha, quindi, usufruito dello sconto di un terzo della pena) e 14mila euro di ammenda. Il pubblico ministero, Veronica Di Grandi, aveva invocato la condanna a quattro anni e venti giorni di reclusione e 20mila euro di multa. La polizia aveva rinvenuto in un garage in uso al giovane, una vera e propria serra realizzata artigianalmente con tavole da carpenteria e plastica per la serricoltura, con piante di cannabis indica ad altezza d’uomo, in piena fioritura, con impianto elettrico e ventilatori temporizzati che garantivano rigogliosità alla coltivazione illegale. L’avvocato Vincenzo Iozzia aveva centrato la propria arringa sull’applicazione del comma 5 dell’articolo 23 della legge sugli stupefacenti, relativa alla fattispecie dell’ipotesi lieve per casi del genere e che diminuisce la pena, nel minimo, ad un anno di carcere. . L’acre odore tipico della marijuana che si sprigionava dal garage di via Sacro Cuore, a pochi passi dall’abitazione del Cannata, aveva insospettito alcuni residenti che avevano allertato il Commissariato. Gli agenti avevano, allora, preso a tenere d’occhio la zona. Ben presto si erano resi conto dell’attività illegale che si svolgeva nel garage dove Cannata aveva fatto crescere una pianta di cannabis indica di un metro e 80 di altezza, ed altre due di 140 centimetri circa. Alla vista della polizia, il giovane, aveva negato che l’immobile fosse suo. Ma la chiave nel mazzo aveva smentito la versione dei fatti del netturbino. La serra in questione, veniva aerata mediante un tubo della lunghezza di circa due metri, la cui estremità risultava fuoriuscire dalla finestra. Dopo l’arresto, il Gip convalidò il provvedimento e rimise in libertà il giovane con la condizione di presentarsi ogni giorno alla polizia.

Nella foto il Piemme Veronica Di Grandi

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