Modica, Tra Sacro e Profano nella tradizione della Contea. Il convegno del Palacultura Nelle feste le identità della Città grazie alla forza espressiva dei bambini

“Sono orgoglioso di essere qui e di aver partecipato – non solo per forma – al convegno d’apertura del quinto anno del progetto civico “Nel Solco della Tradizione” che dà l’avvio alle feste, qui a Modica tra memoria e futuro, del prossimo periodo natalizio e del prossimo carnevale. Cinque anni, cinque percorsi, cinque giri. Ma non sono semplici giri di pista, come quello degli atleti… Piuttosto sono giri di vite: che vanno sempre in profondità, che ci hanno portati sempre più nel profondo, che hanno permesso alle famiglie, alle scuole, ai ragazzi di scandagliare le nostre tradizioni. E quindi di ancorarsi alla nostra storia. Ancorarsi per me è un verbo molto importante, in questo periodo di crisi e precarietà. Ed è un ancorarsi che abbiamo voluto offrire soprattutto ai bambini perché potessero conoscere meglio la loro provenienza, perché fossero protagonisti del nostro oggi e del loro futuro.”
Queste le riflessioni rese dal Sindaco Antonello Buscema al termine del convegno promosso dall’amministrazione comunale su “Sacro e Profano la tradizione della Contea nella storia e nell’educazione del nostro tempo” svoltosi lunedì scorsi nell’auditorium “ Salvatore Triberio” del Palacultura. Protagonisti del convegno i bambini, la loro forza espressiva, il rapporto con il mondo dei grandi che salda le generazioni aprendo a nuove prospettive.
Per il quinto anno consecutivo, ha sottolineato la dirigente scolastica Concetta Spadaro coordinatrice “ Nel Solco della Tradizione” propone, pur tra mille difficoltà di carattere economico del Comune, il suo progetto alla scoperta delle origini della nostra cultura. Che non è e non deve essere solo istruzione nozionistica, ma coinvolgimento nei percorsi formativi dei ragazzi e dei bambini. E delle loro famiglie. Perché i sogni e le speranze dei bambini di questa Città , come ha rimarcato Marcella Fragapane direttore antistico dell’evento servono a mantenere viva, attraverso la festa, la tradizione e le identità peculiari di Modica, che a differenza delle altre città d’Italia, si è dimostrata un’oasi che ha permesso di coltivare le aspirazioni dei nostri bambini e le nostre emozioni .Da cinque anni in qua, Modica ha testimoniato la voglia di fare, di dare e ricostruire.
“Quanta gioia ci hanno dato, lo scorso, anno i 1000 bambini, commenta ancora la Fragapane, sulla scalinata di San Pietro. Quanta grazia sprigionava dal loro canto, grazie al lavoro immenso fatto con loro dalla maestra Tina Puccia. Quanto bello è stato vedere Modica, questa città di pietra e luce, accendersi di sogni e dei disegni dei piccoli, trasformati da Filippo Cannata. Quanta emozione nel vedere questa città trasformata in una POLIS di bambini. Li abbiamo fatti diventare protagonisti e loro ci hanno regalato la più bella emozione che possa mai esserci: un canto. Musica e parole, in dialetto.”
Dunque la festa come partecipazione collettiva gratuita per una ricostruzione sociale, coesa e consapevole, riflette l’etno antropologa Grazia Dormiente, rispetto a quella frammentazione e allo svuotamento di valori causate da uno sfrenato edonismo consumistico. Oggi è il tempo di coniugare il luogo con la memoria collettiva che genera cultura e senso del vissuto e dell’immaginario. Nel Natale e nel Carnevale a Modica si riscorprono i tratti identitari di Modica. Ed è straordinario che questo processo di rivisitazione veda i bambini protagonisti.
Il prof. Giovanni Salonia, psicoterapeuta, ha così commentato: “Dobbiamo, finalmente, capire che non sono i bambini a dover crescere. Siamo noi, adulti, che dobbiamo crescere. Noi che diamo generazione ai bimbi, dai bimbi abbiamo in regalo la generazione del nostro futuro. Noi li generiamo alla vita, noi li generiamo al futuro. Il nostro futuro.
E allora per sapere come e dove andare, non si può non guardare ai bambini: ci si può prendere cura delle persone, solo imparando da come si comportano i bambini. E stringere con loro una relazione. Perché la storia dell’uomo è SOLO storia di relazione.”
Con il convegno “Sacro e profano” si è ufficialmente aperto il cantiere che dovrà costruire l’imminente appuntamento del ”Canto di Luce” con l’apertura di un laboratorio che si occuperà di dare vita alle luci che esaltino i disegni dei bambini.
“Malgrado le difficoltà note, commenta Annamaria Sammito assessore alla Cultura, anche quest’anno si sta lavorando grazie al contributo dei privati e dei volontari per sostenere e organizzare un “Canto di Luce”.
Ci saranno delle novità importanti nel coro dei bambini sulle quali la maestra Tina Puccia sta alacremente lavorando perché il senso della fratellanza, della solidarietà tra i bambini di paesi diversi che vivono nella nostra Città si saldi esaltando un carattere peculiare della nostra millenaria storia. Sono convinta con l’apporto di tutti riusciremo, anche quest’anno, a vincere questa sfida perché la passione e l’impegno sono più forti di qualsiasi difficoltà.”

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