L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…………… di DIRETTORE. BERSANI VINCE LE PRIMARIE, MA VENDOLA PER APPOGGIARLO VUOLE SENTIRE “PROFUMO DI SINISTRA”.

Dopo le primarie vinte da Bersani, Vendola sembra disponibile ad appoggiare il segretario del PD, ma gli ha chiesto, a chiare lettere, che vuole sentire “profumo di sinistra”. E, in fondo, l’esponente di Sel non ha tutti i torti. Gli chiede, forse, di dire “cose di sinistra” perché ritiene Bersani un uomo di sinistra che ha dimenticato la sinistra . Ma quale sinistra? Mi vengono in mente le domande che alcuni giovani mi hanno spesso fatto: se mettiamo da parte ciò che i libri di storia dicono e insegnano sulla destra e sulla sinistra, oggi, nel terzo millennio, con tutta la ventata di antipolitica di marca grillina cosa è di destra e cosa è di sinistra? Fa differenza essere di destra o essere di sinistra?
Io ho la sensazione che nell’Italia di “oggi”( il di “oggi” lo rimarco in quanto sul piano storico il ragionamento richiederebbe altre riflessioni molto più profonde), sembra essersi accorciata la forbice della differenza, visto che il lavoro, la salute, il riconoscimento dei diritti civili, scuola e università, la ricerca del benessere, del rispetto dell’ambiente, lo sviluppo delle imprese, il taglio degli sprechi e ai costi della politica non sembrano avere un colore politico e costituiscono oggetto di attenzione trasversale. Tuttavia, credo che se per un attimo operiamo un confronto tra i gruppi politici italiani e quelli che in altri paesi si definiscono tradizionalmente “progressisti” e “conservatori”, in Italia viene fuori una situazione un po’ surreale e paradossale.
I “progressisti”, in Europa, sono senz’altro i post- comunisti, che si chiamano anche riformisti perché hanno come obiettivo fare riforme, migliorare e modernizzare il sistema societario, mentre i “conservatori” vogliono lasciare le cose come stanno, hanno una sorta di idiosincrasia con i cambiamenti. Alla luce di queste due culture politiche cosa sta accadendo in Italia?
Bersani che è di sinistra, quindi dovrebbe essere riformista, è sembrato essere simile ai conservatori stranieri: quando si è infatti parlato di ipotesi di toccare la Costituzione, si è mostrato perplesso, quasi fosse un testo sacro; forse perché c’era il rischio che con il centrodestra al governo si potesse bistrattarla; in realtà mettere mano alla Costituzione non è un attentato di inaudita gravità.
Il centrodestra ha parlato di federalismo, che sarebbe un tema di sinistra liberale, e Bersani, che è di sinistra, ha più volte detto che il federalismo,(va ricordato che il titolo V della Costituzione sul federalismo fu approvato dal Governo D’Alema) è una minaccia leghista e si è sempre opposto fermamente. Bersani sembra voler conservare quello che storicamente e teoricamente era il centralismo nazionalista di destra, mentre il centrodestra(ossia Berlusconi e la Lega) hanno sempre insistito per una riforma federale quasi che lo Stato centrale fosse di sinistra.
Sul tema della giustizia il centrodestra ha insistito sui processi brevi che non durino venti anni, e Bersani si è opposto perché c’era il serio e reale rischio che l’ex Premier Berlusconi volesse risolvere i suoi problemi giudiziari. E così il progressista-riformatore di sinistra Bersani ha temporeggiato sulla riforma della giustizia, il centrodestra conservatore voleva tentarne l’accelerazione. E ancora. Separare le carriere della magistratura inquirente da quella giudicante per garantire l’imparzialità del giudice nei processi così da bilanciare accusa e difesa, sembrerebbe una cosa di sinistra: in passato anche i radicali ed esponenti della sinistra fecero battaglie in tal senso. Ebbene Bersani e la sinistra non sono stati d’accordo al cambiamento e alle riforme, per cui la separazione delle carriere è diventata una cosa di destra, forse perché il centrodestra aveva l’interesse di fare solo leggi ad personam e ad aziendam.
Il presidente della Camera Fini, post fascista, oggi sembra essere diventato di sinistra e rinnega leggi da lui stesso votate e scritte, tipo la legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Casini ora è riformista ora è conservatore, ora è con la destra ora con la sinistra: il forno più appetibile è quello da cui tirar fuori qualcosa.
La sinistra con Prodi al Governo aveva votato un decreto legge contro le intercettazioni, che però non si mutò in legge perché finì la legislatura; poi il centrodestra cercò di voler approvare la legge sulle intercettazioni per tutelare la privacy, ma Bersani si oppone perché quella del centrodestra altro non era che una “legge bavaglio”.
Insomma, in Italia non si riesce più a capire chi è progressista e riformatore, cioè di sinistra, e chi è conservatore, cioè di destra.
Bene dunque fa Vendola ad invocare un po’ di “profumo di sinistra” e se agli italiani questo profumo piacerà, così sia! Boom del grillismo permettendo!

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