APPUNTAMENTI CON LA TEOLOGIA: MODICA, COME IN UN’AGORA’ SI DISCUTE DI FEDE, CULTURA E RELIGIONI NELLA CHIESA DI S. PAOLO

A Modica, presso la Chiesa di San Paolo, si è inaugurato il ciclo di sei incontri su temi teologici. Questo primo incontro con la Teologia ha visto come protagonisti tre esperti: Mons. Antonio Staglianò, il quale è intervenuto da teologo, il prof. Luciano Nicastro, filosofo e sociologo ed il prof. Paolo Randazzo, giornalista culturale e docente di latino e greco. Il Sac. Ignazio Petriglieri, vicario per la cultura, e il prof. Domenico Pisana, teologo morale e presidente del Caffè Letterario Quasimodo, come organizzatori e moderatori hanno attentamente condotto quest’incontro in un clima amichevole e dinamico, pur dando all’incontro un’impostazione inconsueta.
La peculiarità di quest’impostazione si è colta già dal titolo di questo ciclo d’incontri: “L’ agorà dei gentili”. Il titolo si riferisce al discorso di Benedetto XVI, discorso alla Curia romana del 21.12.2009, durante il quale il papa ha invitato la Chiesa ad aprirsi al dialogo con “coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che tuttavia non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come sconosciuto” . L’agorà dei gentili evoca quel cortile del Tempio di Gerusalemme, secondo la tipologia voluta da re Erode il Grande, nel quale vi era una zona destinata ai “gentili”, ovvero ai non-ebrei, ai pagani. In questo spazio, spazio di preghiera per tutti i popoli, i gentili potevano pregare l’unico Dio anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servizio era riservato l’interno del tempio.
Il tema di questo primo incontro è stato: “Fede, cultura e religioni a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II”, una serie di riflessioni sullo sfondo della lettura di tre brani tratti dai Documenti Conciliari: la Dei Verbum (n.5), la Gaudium et Spes (n.58 e 62) e la Nostra Aetate ( n.2). Il moderatore Domenico Pisana ha introdotto numerose tematiche con dei brevi ragionamenti e provocazioni, chiedendo a turno ai relatori, di offrire, in modo conciso, il loro punto di vista sia personale sia da esperti rappresentanti delle rispettive discipline.
E così, moderatore ed esperti, con un approccio dialogico che ha visto il coinvolgimento anche di numerosi partecipanti del pubblico, hanno cercato di far vivere un’esperienza di agorà, facendo incrociare voci diverse attorno a temi quali la ragionevolezza o meno del credere oggi, il disagio dell’uomo contemporaneo di fronte al pervadente nichilismo e relativismo; l’ammissione o meno dell’esistenza di Dio e le conseguenze per l’antropologia; gli aspetti provocatori ma anche pertinenti del pensiero dei maestri del sospetto; la definizione del concetto di libertà veramente umana; la critica ad una fede come ritualità priva di efficacia; il rapporto fede e giustizia; e se e come i germi del Concilio Vaticano II siano stati implementati nella Chiesa post-conciliare. Di rilievo è stato il contributo di Mons. Staglianò, il quale, intervenendo da teologo, ha presentato puntualmente una fede cristiana ragionevole e credibile, socialmente rilevante e capace di illuminare e spiegare il vissuto umano a fronte del disagio epocale.
Quest’incontro può leggersi come il preludio di un nuovo modo di “fare teologia”, quello cioè di portare fuori, dalle ristrettezze dell’Accademia, la riflessione teologica , come discorso su Dio e sull’uomo alla luce di Cristo, l’Unico in grado di rivelare l’uomo a se stesso, e lasciare che il Vangelo prorompa nell’esperienza umana contemporanea per mezzo di un’incontro dialogico con le varie discipline umane, per riconoscere e insieme far emergere ciò che c’è di bello, di giusto e di degno nell’esperienza umana.

Nella foto Mons. Stagliano’ e il Prof. Nicastro

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