Iniziata con l’esclusivo “Pepper Legacy” la rassegna jazz al Millennium Club di Scicli

Più che un evento l’apertura della Rassegna Jazz 2012-2013 al Millennium Club di Scicli, lo scorso giovedì 6 dicembre, quando è stato ospite, del noto locale di via Francesco Mormina Penna, il quartetto del sassofonista Gaspare Pasini impegnato in un omaggio ad un grande della musica jazz di tutti i tempi: il sassofonista Art Pepper prematuramente scomparso all’età di 57 anni nel giugno del 1982. Un evento che ha fatto rivivere l’opera del jazzista californiano in tutta la sua essenza, grazie alla passione e all’accorata rilettura che ne ha dato il sassofonista veneto che per fare questo ha riunito nel suo quartetto tre musicisti che hanno suonato al fianco del sassofonista californiano. Nel Progetto “Pepper Legacy” abbiamo infatti ritrovato il pianista George Cables, il contrabbassista Bob Magnusson e il batterista Carl Burnett. La serata si apre, come sempre, con una raffinata degustazione in una atmosfera di piacevole attesa per quello che si preannuncia come un esclusivo concerto. Sulla scena da lì a poco arriveranno musicisti che hanno vissuto gli anni d’oro del jazz e quando Gaspare Pasini e il terzetto Magnusson -Cable-Burnett iniziano a suonare sembra di respirare l’aria di un qualsiasi locale jazz newyorkese talmente è viva e pulsante la forza espressiva del quartetto. Pasini appare totalmente rapito dalle geometrie hard bop delle composizioni di Pepper, immerso in una sorta di tributo-rilettura della sua arte. Il suo lessico è viscerale ed intriso di grande ammirazione per l’opera che il musicista californiano riuscì a delineare nell’ambito di un’esistenza travagliata. Espone i temi cesellando ogni particolare, poi libera il suo gesto jazzistico nelle porzioni improvvisative senza strafare, tracciando linee quasi mistiche di grande jazz. Si pone in disparte per lasciare la scena a quelli che sono stati compagni d’avventura del suo amato Pepper : ed ecco in tutta la sua magnificenza George Cables, instancabile sulla tastiera, le sue mani sembrano appena sfiorare i tasti bianco e neri ma la tessitura delle note è dirompente nella sua costanza ritmica impenetrabile. Si concede poche soste e quando lo fa è per dare luce allo statuario e sofisticato Magnusson, contrabbassista elegante e a volte anche ironico per il borbottio imitativo del suono del suo strumento, che in qualche frangente si diverte a distillare. E poi Carl Burnett, un pezzo di storia del jazz tra le quattro mura della sala del Millennium, sembra incredibile, un altro centro pieno messo a segno da Pasini che lo ha voluto in questo quartetto. Il suo drumming è colorato e fluorescente, costante e propulsivo. La performance è tutta dedicata alla composizione di Pepper a partire da True Blues ma nel finale il sassofonista veneto non rinuncia a chiudere l’esibizione con un brano autografato che si intitola King Art e che condensa gli elementi costitutivi dell’opera del sassofonista californiano, grande propugnatore di bop ma amabile dispensatore di umori cool. Prossimo appuntamento il 20 dicembre con il piano solo di un talento jazz tutto siciliano: Seby Burgio

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