ISPICA. Per la villetta a mare di Cirica, rinviata nuovamente a giudizio la moglie di Raffaele Lombardo con ex sovrintendente di Ragusa

La moglie dell’ex presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, incassa un nuovo rinvio a giudizio per la vicenda della villetta di Cirica a Ispica, insieme con l’ex sovrintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, Vera Greco, col funzionario dello stesso organismo, Calogero Rizzuto, e col dipendente del Comune di Ispica, Giuseppe Caschetto. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Modica, Maria Rabini, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, Alessia La Placa. Sono tutti accusati di abuso d’ufficio in concorso. La vicenda, come si diceva, riguarda la villetta sul mare di Cirica che Lombardo aveva donato alla moglie, Saveria Grosso(difesa dall’avvocato Salvatore Poidomani). I quattro saranno processati, a questo punto, dal Collegio Penale del Tribunale di Modica il prossimo 10 aprile. L’udienza è stata, caratterizzata dalle arringhe della difesa, che hanno puntato sull’assenza di responsabilità della Sovrintendenza e dell’ufficio tecnico comunale di Ispica. La Greco, infatti, si sarebbe limitata a rilasciare il parere sull’impatto paesaggistico per la ristrutturazione del rudere della villetta che, essendo stata edificata oltre un secolo fa, nella visione della funzionaria avrebbe fatto parte integrante del paesaggio circostante. Una versione che, in precedenza, era stata sostenuta dall’architetto Rizzuto, nel corso della sua deposizione, quando aveva ribadito l’insussistenza di problemi d’impatto ambientale o di violazione delle norme previste dal piano paesaggistico, poichè la villetta, abbandonata e di limitate dimensioni, era già esistente. La Greco, con il suo parere paesaggistico, non entrò nel merito della vicenda sotto l’aspetto prettamente urbanistico perché non le competeva. D’altra parte, la Dia(dichiarazione d’inizio attività), sarebbe corredata di tutti i pareri e di tutte le autorizzazioni necessarie per la ristrutturazione dell’immobile, come a suo tempo accertato dal Caschetto per conto dell’Utc di Ispica, che rilasciò a sua volta i nulla osta per la ristrutturazione della villetta, considerata abusiva perché edificato a meno di 120 metri dalla battigia. Più volte era stato evidenziato che l’erosione costiera avrebbe ridotto il lembo di spiaggia tra la casa e il mare, determinandone l’eccessiva vicinanza, in spregio alla normativa vigente, che non sarebbe riscontrata quando l’immobile fu edificato oltre un secolo fa. Sulla vicenda è in corso un altro processo davanti al Got di Modica contro la stessa Grosso, il direttore dei lavori ed il legale rappresentante dell’impresa che li ha eseguiti, Alberto Miceli e Giuseppe Presti.

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