L’economia locale è quasi al palo. Cna di Vittoria: “Le domande di disoccupazione del comprensorio aumentate in un anno di circa il 50%”

“L’economia locale è quasi al palo. La recessione è netta e non si intravvedono segnali di inversione del ciclo. Il rallentamento si è accentuato molto nei mesi estivi quando, cioè, sono entrate a regime le norme sul risanamento dei conti pubblici e quindi maggiore carico fiscale, credito ancora più razionato e costoso, crisi del settore immobiliare, aumento dell’incertezza oltre ad un’alta e persistente disoccupazione”. Il presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, lanciano un nuovo grido d’allarme dopo avere verificato che le condizioni complessive dell’economia locale rischiano di precipitare. “In un anno – continuano i due esponenti della confederazione – le domande di disoccupazione ordinaria nel nostro comprensorio (Acate, Comiso e Vittoria) sono cresciute di oltre il 50%. In sintesi, un mercato (commercio, servizi, terziario) quasi piatto ed economia più debole. Questa strana coppia si è rafforzata via via dall’inizio del 2012, e ora è diventata solida. Se nel 2013 prevarranno le ragioni della minore avversione al rischio, allora la ripresa ci potrà essere anche se molti aggiustamenti vanno portati a termine. Se invece avrà il sopravvento l’impasse nel prendere le misure necessarie a sostenere la crescita, la matassa si aggroviglierà di più e la recessione durerà più a lungo e si estenderà”. Santocono e Stracquadanio ritengono che ci siano alcuni aspetti che devono essere valutati con la massima attenzione. “Lo scenario che noi riteniamo più concreto – aggiungono – è fondato sulla prima ipotesi, quella più ottimistica, però servono scelte chiare, precise, definite e determinate. Ciò conferma che il mercato, l’economia non sono onnipotenti e che è la credibilità della politica a orientarli, nel bene e nel male. Spetta alla stessa politica, quindi, guadagnare il tempo perso e introdurre il corretto mix di incentivi per pilotare i cambiamenti. A livello comunale vanno riviste Tarsu, Imu, canoni di pubblicità (Inpa) etc. Lo ribadiamo: la politica fiscale dell’ente deve essere basata sulla capacità di reperire fondi regionali, nazionali e comunitari progettando iniziative che servono realmente al rilancio del territorio. Non si può continuare a far cassa tassando le imprese e le famiglie già da tempo in difficoltà. Così come la Regione deve avere un ruolo diverso rispetto al passato, più attenzione verso il territorio e le sue specificità. Come organizzazione datoriale di categoria siamo sempre disponibili al confronto ma il tempo delle riviste è finito. Adesso serve concretezza”.

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