Ispica. Riconosciuto in Corte d’Appello, lo status di rifiugiato politico a donna nigeriana

elena frascaLa Corte d’Appello di Catania(presidente Pietro Zappia), ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Elena Frasca e Giovanni Favaccio del Foro di Modica, avverso la sentenza del Tribunale di Catania che negava la protezione internazionale alla nigeriana A. F., 30 anni, che imponeva l’estradizione perchè clandestina nel territorio italiano. In primo grado, era stata rigettata l’istanza dei due avvocati modicani che, pertanto, sono andati in appello ottenendo in questi giorni per la giovane donna africana lo status di rifugiato politico. La Corte d’Appello ha tenuto conto dei dettagli forniti in udienza, ad esempio il fatto che un rientro in Nigeria comporterebbe la mutilazione, nel caso di una donna può accadere più volte. “Ne consegue – si legge nella sentenza – che sussistono i presupposti per riconoscere alla ricorrente lo status di rifugiato, perchè ella possa scottarsi a questa violenza di genere e trattamento discriminatorio e inoltro, posto che risulta fondato che la stessa ha una famiglia, anche il suo nucleo famigliare corre il rischio di dovere subire gli effetti della discriminazione”. Stante, dunque, alla natura della controversia, ricorrono giusti motivi per accogliere il reclamo e in riforma della sentenza del Tribunale di Catania del 2010 impugnata dalla donna nei confronti del Ministero dell’Interno, Ufficio Territoriale del Governo di Siracusa, Commissione Territoriale per il riconoscimento della Protezione internazionale. La donna dimorava in una casa d’accoglienza del ragusano. “La decisione della Corte d’Appello di Catania – dice l’avvocato Elena Frasca – assume un particolare valore e significato soprattutto alla luce della recentissima (dicembre 2012) risoluzione dell’ONU che mette al bando le mutilazioni genitali femminili ed esorta gli Stati membri a intraprendere tutte le misure necessarie e a varare leggi che proteggano le donne e le ragazze da questa forma di violenza”.

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