L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…………… di DIRETTORE. TANTI AUGURI DI BUON NATALE, FORSE SCOMODI!

Cari lettori di Radiortm.it, non obbedirei al mio dovere di Direttore credente cristiano, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Vi prego, quindi, di scusarmi. La festa del Natale mi spinge a formulare a tutti voi, a tutta la redazione, ai collaboratori, a quanti ci seguono particolarmente, un sincero augurio, nonché a fare qualche riflessione. Non amo la retorica, per cui vi risparmio tutti i luoghi comuni sul Natale, i sentimentalismi o, peggio, le prediche inutili e quant’altro.
Cosa posso augurarvi! Auguro a voi che questo Natale possa essere l’occasione per “osare”, osare di far nascere in noi la voglia di cambiare, anche se gli altri continueranno a rimanere tali e quali. Senza questo “osare”, Natale resterà una bella invenzione umana, una vecchia fiaba da raccontare ai piccoli.  Non possiamo celebrare il Natale e poi uccidere il bambino che nasce, per essere noi i padroni del mondo calpestando i diritti, le regole, il senso civile del vivere, i bisogni di quelli che sono più indietro. Auguro a tutti, sia a quelli cui siamo simpatici ma anche a quelli cui siamo antipatici, che il Natale possa essere “l’aurora”, cioè l’inizio di una possibile ricerca del senso perduto, di un nuovo possibile orizzonte di speranza, specie per chi è senza lavoro, per chi è in attesa del salario, per chi è sfiduciato, amareggiato perché vive difficoltà concrete. Un’aurora che possa esprimersi nel ritorno al concreto, nella riscoperta di Dio e dell’altro come prossimo, proprio perché il prossimo, al di la delle sue idee politiche, religiose, etiche che possono condividersi o meno, ci fa capire che noi non siamo tutto, che abbiamo dei limiti, che quel che noi pensiamo e con cui spesso giudichiamo non è l’unica verità.
Auguro a tutti voi, cari lettori di RTM, di poter riscoprire il tempo del logos, cioè della parola ragionevole, del linguaggio che è rispettoso, che non offende, che non è volgare e che sa accettare il punto di vista dell’altro, e soprattutto che “sa pensare quello che dice e scrive” e che sa liberarsi dalla tentazione del “pregiudizio” che prescinde dal contenuto. Vi auguro di ritrovare i sentieri della pace e del perdono, per quanto questo dipenda da noi; non lasciamo che la “cultura della vita e dell’amore”, che promana dalla grotta di Betlem e che è stata donata a tutti, credenti e non credenti, rimanga senza efficacia, ma trovi invece concretezza lungo le strade della vita, della storia fatta di contraddizioni. Facciamo entrare tale cultura nelle nostre case, nei palazzi delle Istituzioni, nelle fabbriche, nelle scuole,negli ospedali, nelle università e soprattutto nei mezzi di informazione ove tutto sembra risolversi in una comunicazione volgare e aggressiva che mira alla persuasione mediatica.
Il Natale possa farci comprendere che abbiamo bisogno di imparare nuovamente a parlare, ma a parlare non nel senso di dire parole, ma nel senso di porre le condizioni per contribuire a costruire e non a distruggere, a unire anziché dividere, sapendo vedere e trovare proprio le cose che ci uniscono. Buon Natale!

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