L’OSSERVAZIONE DAL BASSO ……………..DI DIRETTORE. GLI ITALIANI “SCENDONO” E MONTI “SALE” !

“…. E quando penso che sia finita, è proprio adesso che comincia la salita …” Queste parole di Antonello Venditti mi sono venute in mente al sentire le parole del prof. Mario Monti, che ha annunciato che non è più tempo di lamentarsi ma che occorre “salire in politica”. Gli italiani sono “scesi nel fondo”: pagano tasse, le imprese chiudono, la recessione è alle porte, sono in arrivo nuovi aumenti, la disoccupazione cresce, e a Roma, invece, si discetta sui verbi “scendere” e “salire”in politica.
In effetti il verbo scendere a Monti non si addice, perché chi è Prof. sta in cattedra, non si abbassa a livello dei discenti, non scende tra la gente, tra il popolo, ha una propria “agenda” già pronta e da realizzare. Lui sta in alto e noi dobbiamo apprendere da lui, perché in verità, e lo dico questa volta senza ironia, Monti alcuni meriti ce li ha pure. Ha ridato una certa credibilità all’Italia in Europa, ha bloccato un berlusconismo che stava facendo saltare l’equilibrio tra i poteri dello stato in continuo conflitto, ha rimesso ordine nei conti pubblici. Il Professore ha realizzato tutto questo facendo fare, però, grossi sacrifici agli italiani, alle imprese, alle famiglie, tagliando in tutti i settori: scuola, sanità, pubblico impiego, ricerca, università, considerato, del resto, che i soldi da qualche parte doveva pure prenderli. Bene. Ma il vero problema è quel che Monti non ha fatto, cioè imporre sacrifici alla politica. E difatti non ha abolito radicalmente i privilegi della casta politica; non ha bloccato i rimborsi elettorali proprio mentre spuntavano scandali nei vari partiti; non ha rimodulato adeguatamente le pensioni d’oro; non ha fatto la riforma della legge elettorale; non ha aiutato le imprese e le famiglie ma piuttosto le banche che hanno reinvestito in titoli le somme ricevute dalla Banca centrale europea. Tutto questo che Monti non ha fatto, in realtà lo poteva fare, ma non l’ha fatto per non lasciare la poltrona né scontentare i partiti della sua “anomala maggioranza”.
Avrei voluto sentire Monti dire agli italiani: volevo abolire il “porcellum” e dar vita ad una nuova legge elettorale, volevo ridurre del 60% gli stipendi dei deputati, volevo ridurre il numero dei parlamentari, volevo porre fine a qualsiasi privilegio non guardando in faccia nessuno, ma, purtroppo, cari italiani, tutti i partiti si sono opposti, pertanto lascio il campo e mi dimetto. Invece no. Lui dopo aver tartassato gli italiani, si è ben guardato di tartassare la casta, di togliere soldi ai costi della politica per risolvere il problemi del debito pubblico. Per i cittadini, sacrifici sì, per i politici e i partiti, sacrifici no. Ecco perché la sua “salita in politica” mi pare poco credibile.
E allora che si fa? Certo, è difficile votare questi candidati premier di cui conosciamo “fatti e misfatti”, questi “onorevoli politici” che vivono alle spalle degli italiani da lunghi anni e che cercano deroghe di qua e di là per autoconservarsi. Mi viene di pensare alla nostra concittadina modicana Finocchiaro del PD che è in parlamento dal 1987, al pidiellino Pisanu, ai centristi Casini e Fini e la lista sarebbe lunga. Ci vuole il coraggio della protesta. La protesta è uno “sparo” che non fa ricorso alla violenza delle armi, ma quando è necessaria perché è stato superato il limite, bisogna intraprenderla. E il voto è un’arma potente!

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