Piano di riequilibrio al Comune di Modica. I revisori dei conti non sono molto convinti

I revisori dei conti del Comune di Modica “stoppano” gli atti approvati dalla Giunta municipale, reputandoli “irregolari perché presentano molteplici aspetti non conformi”. Fatto sta che la civica assise, convocata per ieri mattina alle nove, non ha potuto che prendere atto – tramite il Presidente Carmelo Scarso -, che gli atti approvati dall’amministrazione, presentassero molteplici aspetti non conformi ed è stata riconvocata per oggi alle quindici. “Ci troviamo nuovamente nell’impossibilità di esaminare gli atti in consiglio – afferma laconicamente il presidente Scarso”. Dure le reazioni di chi, i consiglieri comunali, dovranno assumersi la “responsabilità” di approvare l’atto di riequilibrio entro domani. “Ecco perché Buscema ha affermato che gli atti fossero in bagno – dichiara Nino Gerratana del Pdl -, perché sono così irregolari che servono, oramai, come carta straccia da buttare in posti consoni”. Gerratana non le manda certo a dire e non nasconde l’amarezza per come stanno evolvendo i fatti. “Anche a nome di tanti altri consiglieri, non soltanto dell’opposizione – dichiara –, mi reputo scioccato per quanto sta accadendo, con il sindaco Buscema che subordina alla sua candidatura, le proprie responsabilità di primo cittadino”. Intanto molto duri sono alcuni dipendenti della “Servizi per Modica”, che criticano aspramente Buscema ed il suo operato, rivolgendosi in particolare alla bozza di “Piano di riequilibrio”. “L’amministrazione avrebbe avuto 60 giorni di tempo per abbozzare un piano efficace, confrontarsi con le parti sociali ed i consiglieri ma, ad oggi- affermano con un documento -, giunti ormai al termine, il risultato sembra essere connotato solo da una preoccupante e lenta direzione di marcia che, oltre a poter avere le conseguenze che bisogna assolutamente scongiurare, ha consentito “sovversivamente” a “qualcuno” di suscitare e diffondere timori sul personale, alimentando non poche difficoltà”. Entrando nel merito, i dipendenti affermano che: “Dal modo in cui l’amministrazione ha trattato ed ha affrontato questo arduo compito, sembra emergere, con molto rammarico, un approccio definibile superficiale. Bisogna sapere che – affermano -, è prevedibile, dati alla mano, una programmazione sia del personale diretto che andrà in quiescenza dal 2013 al 2022, che di un piano dei pensionamenti che si verificheranno nel medesimo periodo nella SPM, dare rilevanza a questo punto, che rappresenta provenienza di risparmio, sarebbe stato, a nostro avviso, un buon punto di partenza su cui fare riferimento per scaglionare in maniera equilibrata nei dieci anni di vigenza del predetto piano, la percentuale di debito da coprire anno dopo anno. Dalle informazioni ricevute e da indiscrezioni emerse sembra, appunto, che l’amministrazione abbia invece privilegiato l’impostazione del Piano, incentrandolo sulle operazioni di tagli lineari che si riflettono in maniera devastante anche sui dipendenti della società partecipata, per i quali sembra essere previsto l’utilizzo della scure che porterà al licenziamento di almeno quaranta dipendenti”. In ultimo, i dipendenti formulano una vera e propria richiesta. “Non risulta però, stranamente, che il piano preveda anche l’azzeramento dei costi della politica, per almeno i primi cinque anni (indennità sindaco, assessori, presidente del consiglio e gettoni consiglieri), pari a circa 500.000,00 euro l’anno e a 5.000.000,00 di euro rapportati nel decennio in questione, bensì la scelta di intaccare il regime di lavoro di chi rischia di perdere, dal prossimo anno, l’unica fonte di sostentamento. Eppure, quante volte si è sentiti parlare i diretti interessati di politica come prevalente impegno morale, e allora, quale indennità migliore di un buon risultato di governabilità!”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa