TAGLI E PRESSIONE FISCALE. Uno sguardo alla Regione e alla Nazione

“Ammontano a 8,3 milioni i tagli previsti per ridurre i costi dell’Assemblea regionale siciliana nel bilancio di previsione 2013. La sforbiciata piu’ consistente e’ sui trasferimenti ai gruppi (meno 4,8 milioni) e le spese per i dipendenti, con una decurtazione di 1,4 milioni. Un altro milione e 300 mila euro sara’ tagliato per la previdenza e l’assistenza per i deputati in carica e cessati dal mandato. Non vengono risparmiate neppure le competenze dei parlamentari, (meno 455 mila euro).”
Si apre il 2013 della Regione Sicilia con tagli agli sprechi della politica, o,almeno, con tagli alla spesa notevoli alla politica, cosa che viene accolta con un “finalmete” dai cittadini, che cominciano a vedere qualche soluzione ai problemi economici dell’isola, e cominciano a sentire una soluzione alle richieste che vengono dalla società. Ottimismo? Forse, ma le risposte alle richieste è già qualcosa. C’è molto da fare, ma si inizia in modo positivo. In bozza, anche, riduzione spesa per stipendi e competenze dei deputati. Il governo ha confermato nel bilancio di previsione 2013 i fondi per l’Assemblea regionale siciliana, pari a 170 milioni di euro. ‘Non abbiamo toccato i fondi perche’ avremmo aperto un conflitto istituzionale col parlamento – ha detto il governatore Rosario Crocetta – confidiamo nel presidente Ardizzone, che si è impegnato nel ridurre le spese dell’Ars”. Una boccata d’ossigeno, insomma!
Prorogati i contratti, dei precari, che scadevano il 31 dicembre, fino al 30 aprile. E’ stato dato uno stop all’Agenzia dell’impiego:.
Ci si chiede se simili tagli agli sprechi non sarebbero stati utili per il governo nazionale, sempre dall’ottica di salvaguardare i deboli, e colpire con le tasse i redditi alti. Forse la politica non li ha permessi? O l’ottica è diversa? Sono domande plausibili da parte della società, che,in questo momento, si trova in gravi problemi economici, e, a volte, nella contingenza di non poter pagare i mutui e i prestiti con le banche,non solo per l’Imu da pagare, ma per l’aumento del costo della vita in generale.
Le banche potrebbero, data la situazione, permettere di dilazionare, e prorogare le rate, dando un pò di respiro alle persone, che hanno contratto un mutuo, e, o un prestito, dando un pò di respiro, magari in attesa di una auspicata crescita, e diminuzione del costo della vita. Qui, sta il problema, l’equità, la solidarietà, l’aggravio fiscale.

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