Una leggenda narra della fondazione mitologica di Modica ad opera del dio Ercole. Alla luce di quanto la storia di questa città ci racconta vien da pensare che anche una divinità minore dell’Olimpo classico vi abbia trovato dimora. Si tratta di Eris, dea della discordia, nota alle cronache quale responsabile dello scoppio della guerra di Troia. Chissà che quando Giove la cacciò dall’Olimpo per impedirle di continuare a seminare zizzania tra i suoi divini abitatori non abbia scelto di albergare proprio qui, in uno di tanti antri forse già allora esistenti. Per continuare da lì ad architettare mirabili nefandezze a spese dei poveri mortali modicani. Eccola allora lanciare tra ebrei e cristiani, rei di non averle tributato i giusti onori, non più il pomo d’oro – che aveva originato scompiglio nell’Olimpo tanto da indurre Giove a convocare Paride per giudicare quale tra le dee fosse la più bella – ma u pirettu ra sciarra, all’origine della strage del 1474. Siccome l’evento non era rapportabile all’epica guerra di Troia, il biondo frutto, stavolta non dorato, finì per rimbalzare fino in Spagna, inducendo il buon re Ferdinando a cacciare da ogni suo lembo di terra gli ebrei tutti. E ora che da Modica anche i pochi sopravvissuti erano spariti, cosa poteva fare l’annoiata Eris per trastullarsi? Pensò bene di far rotolare il giallo cedro tra gli ardenti fedeli di san Giorgio e di san Pietro. Oggi, cambiate le mode, sangiurgiari e sanpitrari si trovano a contendersi un nuovo pomo, forgiato col profumato, bruno nettare degli dei: l’oro nero di Modica, come spesso viene definito. Pareva in origine che, squarciate le ragnatele dell’oblio che l’avevano a poco a poco opacizzato nel corso dei secoli, tante forze laboriose si volessero adoperare per farlo tornare a splendere. Tanto si erano impegnate in questa impresa da arrivare a decidere nel 2003 di associarsi e dare vita al Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica. Ma consortium sta per compartecipazione, unione di più individui con pari dignità, pari diritti, pari doveri. Cosa che deve aver generato non poco sdegno in Eris, a suo agio solo lì dove regnano scompiglio, discordia e disgregazione. E così deve essersi adoperata affinché qualcuno dei soci fondatori potesse decidere di abbandonare il gruppo. Ma non era ancora abbastanza: 19 di loro rimanevano saldamente legati e proseguivano compatti il cammino che voleva far avere al nero pomo il riconoscimento di un marchio di qualità: l’IGP, ossia l’indicazione geografica protetta, volta da un lato a garantirne l’eccellenza, tutelandolo da contraffazioni, e dall’altro a permettere di identificare questa terra come sua madre esclusiva.
Bisognava rallentare il cammino, frapporre tali e tanti ostacoli al raggiungimento di quell’ obiettivo, da indurre i 19 temerari ad arrendersi per spossatezza e avvilimento.
C’era quasi riuscita, Eris, sennonché dev’essere intervenuta la Madre che i modicani tutti – sangiurgiari, sanpitrari o sangiuvannari che siano – invocano nei momenti di difficoltà. Sarà un caso per i non credenti, ma proprio l’8 dicembre 2009 Nino Scivoletto è arrivato a prendere in mano le sorti di questo gruppo che ancora oggi guida in qualità di Direttore del Consorzio. Negli ultimi due anni, come ha ricordato il Presidente del Consorzio stesso, Tonino Spinello, nella conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 13 febbraio all’hotel Principe d’Aragona, di strada ne è stata fatta. “Abbiamo dovuto lavorare in silenzio, perché c’è stato sempre chi tentava di bloccare i percorsi intrapresi – ha detto – e in silenzio abbiamo sopportato tutta una serie di attacchi. Fino ad arrivare all’8 dicembre 2010, quando la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha modificato il Regolamento CE 510/96, inserendo il cioccolato tra i prodotti ammissibili all’IGP, con voto unanime di 110 parlamentari. Da allora il Consorzio ha proseguito un percorso virtuoso, intessuto di progetti culturali, indirizzati anzitutto alla ricostruzione della storia del cioccolato di Modica, di iniziative di promozione di questo prodotto identificativo della città, di gesti di solidarietà, compiuti sempre in silenzio e senza che emergesse mai il nome di questo o quel produttore.”
Ancora successi, ancora coesione. E la furente Eris poteva forse arrendersi? Certo che no. Così si è rimessa solerte all’opera, sogghignando appagata quando ultimamente sono stati dati alla stampa diversi articoli faziosi, volti a screditare l’operato del Consorzio sul fronte della tutela dalle contraffazioni, come pure su quello della salvaguardia della qualità del prodotto. Cosa che ha indotto i suoi vertici, Presidente e Direttore, a indire la conferenza stampa di giorno 13. Particolarmente grave è stato ritenuto il comportamento di chi, per funzione, dovrebbe essere portatore d’interessi generali e invece ha assunto, nel passato ma anche di recente, atteggiamenti palesemente di parte.
“Il Consorzio – ha sottolineato Spinello – non mendica complimenti dal Sindaco, ma non intende sopportare oltre dichiarazioni che tendono a delegittimarlo. La qualità è garantita.
Il primo cittadino faccia fino in fondo il suo dovere, in qualità di massima autorità sanitaria cittadina: attivi tutti i sistemi di controllo previsti dalla vigente normativa, ove ritenga che qualcuno dei produttori del Consorzio e non, abbassi la qualità del prodotto pregiudicandone la sua reputazione e conseguentemente l’immagine della città.
Dichiari pubblicamente se sono in corso o sono stati presi provvedimenti nei confronti di produttori di cioccolato di Modica tali da giustificare la preoccupazione da lui espressa e sappia che il Consorzio svolgerà fino in fondo la sua azione di tutela, annunciando fin d’ora che, ove dovesse rendersi necessario, si costituirà parte civile.”
“Di disgregazione proprio non si deve parlare – ha aggiunto Scivoletto – Il Consorzio è coeso e aperto a tutti: altre 8 aziende hanno chiesto di entrare a farne parte, richiesta che ha imposto una modifica dello Statuto, a dimostrazione della volontà dei soci di aprirsi a tutti, anche a quanti non sono esclusivamente artigiani produttori di cioccolato. L’unione rende forti, ma senza individualismi di sorta.”
“Il marchio Cioccolato di Modica appartiene alla città intera – ha aggiunto Grazia Dormiente, consulente culturale del Consorzio – È stato allettante riuscire a ricostruire, con il supporto di un’istituzione prestigiosa come la Fondazione Grimaldi, la storia di questo prodotto, consumato in origine dalle elités laiche ed ecclesiastiche. Ci siamo entusiasmati nel sottrarre all’oblio della polvere che ricopriva le carte d’archivio i nomi di alcuni dei cioccolatieri che lavorarono al loro servizio, come pure nel recuperare il lessico che è un patrimonio di memoria collettiva, una certificazione che dà a Modica un suo aspetto peculiare, storicamente documentato e inedito. Se il cioccolato con la su granulosità, con la passione umana che è alla base della sua produzione, riesce a veicolare il volto della città, fatta di tutti, si deve essere alfieri di una storia che abbia la memoria come progetto, un progetto cha appartiene alla comunità intera, perché di fronte alla cultura di una città non c’è appartenenza.”
Chissà che Eris, questa volta, non decida di abbandonare la città, lasciando il posto ad Armonia…
Modica e le tante discordie su confini e cioccolata e…
- Gennaio 3, 2013
- 3:15 pm
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