Intervista di inizio anno al sindaco di Ispica, Piero Rustico

Abbiamo intervistato il sindaco di Ispica Piero Rustico, al quale abbiamo chiesto di tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso ed una panoramica dei propositi per il rilancio dell’attività amministrativa durante l’anno che appena iniziato.

La fine dell’anno e l’inizio del nuovo è sempre tempo propizio per i bilancio ed i propositi. In questi tempi di grande difficoltà economica e disagio sociale, c’è ancora spazio per uno spiraglio di ottimismo?
“È vero, quelli che viviamo sono tempi difficili: il flagello dell’economia a pezzi colpisce ancora, il tunnel è buio e luci in fondo non se ne intravedono. Essere ottimisti è però un dovere, non solo per noi, ma soprattutto per quelli che verranno dopo di noi. E poi, mi chiedo: dove sta scritto che non dovremmo sperare per ciò che ci è dovuto? Perché dopo una vita vissuta onestamente, lavorando per gli altri e nel rispetto delle leggi, non dovremmo coglierne i frutti? Che non sono solo materiali, ma anche dello spirito, come ad esempio vedere riconosciute la propria probità, onorabilità e incorruttibilità. L’aria che si respira non è questa e le notizie che ci investono indicano che il vento spira purtroppo in ben altra direzione. Ciò indigna e ferisce in profondità: questa è la grande ingiustizia del presente. Una ingiustizia doppia, perché oltre a colpirci personalmente, dà vita ad una pericolosa confusione ideale e culturale, che sta mettendo in crisi un sistema politico costruito e difeso con il lavoro, il sacrificio e talvolta con il sangue di tanti. In molti si insinua il dubbio: a che è servito vivere seguendo i canoni etici che ci sono stati tramandati e ai quali ci siamo scrupolosamente attenuti? Un dubbio che deve essere però cancellato e allontanato. Chi ha una certa età ricorda i lontani anni ’50, quando gli italiani si rimboccarono le maniche per fare rinascere il Paese sfigurato dalla guerra e dalla dittatura. E ricorda anche le lotte e i contrasti politici e sociali, gli scontri, ma anche la voglia comune di costruire un Paese libero, solidale, fondato sulla giustizia, seppur in un clima generale pesantissimo, con l’Europa divisa in due blocchi, il terrore della guerra nucleare e altre minacce. Tutto questo è stato superato, un diffuso benessere ha ripagato i sacrifici dei nostri padri e il mondo non risente più del contrasto fra le due super potenze, emblematicamente rappresentato dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Ciò non è bastato: altri e nuovi pericoli sono apparsi all’orizzonte, sia sul piano politico che economico e certi fantasmi riemergono dal passato e sembrano macabramente danzare intorno a noi. Uno di questi è la violenza politica, apparentemente domata dopo i terribili anni ’70. Il diffuso e giustificato disagio, ormai non solo dei giovani, rischia di essere improduttivo e creare seri pericoli per la società: un disagio non capito e intercettato dalla politica. E non parliamo solo dell’Italia: paesi a noi vicini, Spagna e Grecia stanno già pagando un prezzo assai oneroso. In altri lo scontro è meno visibile, anche se i risultati elettorali di qualche mese fa hanno testimoniato che il disagio è forte e radicato, con l’avanzata in alcuni paesi di movimenti di destra anti-europei e spesso xenofobi. E’ in questo clima che trova terreno fertile l’estremismo ormai non più riconducibile alle classificazioni del passato e che ha come solo obbiettivo la distruzione. Un estremismo che è pura demagogia e che invia messaggi di forte presa: ciò che ormai tutti chiamano antipolitica, che è poi un modo diverso di fare politica. La storia pullula di personaggi, partiti, correnti di pensiero, che nati con l’intenzione di cambiare il mondo, l’hanno il più delle volte reso peggiore. La cicala è più rumorosa della formica: ma, fortunatamente, i risultati premiano il silenzio. Un silenzio che non è sottomissione, rinuncia, rifiuto, abdicazione, abbandono, ma al contrario, iniziativa, proposta, progettualità, spinta. Questa è la direzione di marcia della lotta che con la mia coalizione e con la mia squadra amministrativa abbiamo intrapreso, convinti come siamo che ci sono problemi e sfide che esigono l’individuazione di un limite oltre il quale la discordia non può spingersi annullando esigenze di comune responsabilità per il bene della comunità”.
Guardando ad un livello strettamente locale, quello della nostra Città, qual è fra tutte la cosa che più L’ha amareggiata? Quale il suo rimpianto maggiore?
“Tutti sanno che non dispongo più della maggioranza in Consiglio Comunale, che i cittadini con il loro voto avevano determinato. Tutti, giacché in città ci conosciamo tutti, sanno bene quali “nobili ideali” siano alla base del tradimento di tanti consiglieri comunali, che ora sono passati all’opposizione, che più che tradire il sindaco hanno tradito la volontà degli elettori, che hanno votato in maniera plebiscitaria nel 2010 un primo cittadino, che ha un nome e un cognome, e un programma, che è depositato al Comune e che loro stessi hanno scritto e condiviso. Mi sono reso conto, in questi mesi, che assessori e consiglieri che hanno lasciato la maggioranza sono uniti da un comune denominatore: voler a tutti i costi anteporre, anche quando le nuove condizioni che si sono venute a creare in Italia non lo consentono, il proprio tornaconto al bene della comunità cittadina. Mi creda, se ho un torto è solo quello di non aver mai voluto cedere al ricatto di chi nella politica non si rende conto che il nostro è solo un ruolo di servizio al di sopra di ogni interesse personale. Io continuo, nonostante tutto, a pensare che sarebbe troppo comodo lasciare ora che è cominciato il momento delle difficoltà nell’amministrazione della cosa pubblica. Ho avuto modo di dirlo nella conferenza stampa del 10 dicembre scorso e mi piace ripeterlo in questa occasione: “Non sono abituato a tali comportamenti nella mia vita privata e dunque a maggior ragione mai lo farei nella vita pubblica. Ho sempre portato a compimento quello che ho cominciato quando questo è dipeso da me”. E’ questo il motivo per cui ogni giorno continuo a recarmi in Municipio con la stessa determinazione della prima volta, pur nella consapevolezza che in questi mesi sta cambiando il mondo e soprattutto sta cambiando il modo di amministrare la cosa pubblica”.
Lei ha ricordato giustamente il plebiscitario risultato che L’ha portata, nel 2010, per la seconda volta a Palazzo di Città. Lo scenario, però, è molto mutato da allora: come affrontare la crisi di popolarità che in questo momento caratterizza l’azione politica ed amministrativa della Sua Giunta?
“So bene che in questo momento non godo più della simpatia di tanti dei miei concittadini e forse neppure della loro fiducia. La mancanza di lavoro, la profonda crisi economica che attanaglia le nostre famiglie e le nostre imprese, la mancanza di liquidità del Comune, l’aumento delle tasse per acqua e spazzatura fanno diventare il sindaco, che è il primo e solo anello istituzionale con il quale il cittadino può avere una vera interlocuzione, il destinatario di ogni malcontento e il responsabile di ogni difficoltà e di ogni disagio che la comunità cittadina vive. Comprendo il loro sconforto, che a volte diventa rabbia, e tuttavia continuo a pensare che governare è saper decidere senza ipocrisie. Governare, fare politica, significa occuparsi degli affari della comunità cittadina di cui si ha la responsabilità e trovare soluzioni convenienti ed accettabili, impossibili da trovare se tutti i politici di professione continuano a invocare la profonda “intollerabile ingiustizia” sia dei tagli che delle tasse, sempre “imposte da altri”, con nessuno che vuole tagli e tasse veri sui propri elettori. La politica che nella nostra città mi contesta è quella che non ha il coraggio delle scelte e soprattutto è quella che lascia il sindaco solo a fare il lavoro che nessun politico vuole fare: tagliare le spese e aumentare le tasse, che è poi l’unica soluzione oggi possibile, perché le altre non sono soluzioni.
La gente guarda la televisione, ascolta la radio, legge i giornali e sa, quindi, che la crisi che ci attanaglia non riguarda solo il nostro Comune, ma è generale, di vaste proporzioni e riguarda in particolare tutti gli Enti locali. Dunque, è necessario mettere da parte la demagogia e lo scontro politico e fare quadrato tutti insieme per fronteggiare le difficoltà e uscire prima possibile dal tunnel nel quale ci troviamo, perché per la nostra comunità cittadina è sicuramente possibile, avendo già da tempo iniziato una politica di contenimento della spesa che ci ha consentito oggi di non aumentare di un solo centesimo il debito pubblico che ho ereditato dalle precedenti Amministrazioni, nonostante abbia pagato cospicue somme per debiti fuori bilancio e nonostante i soldi inviati da Stato e Regione siano diminuiti di ben due milioni di euro”.
Cosa, nello specifico, è stato fatto quest’anno? Su quali punti si è concentrata l’attenzione Sua e dell’Amministrazione comunale?
“Le azioni che abbiamo posto in essere e le cose che abbiamo fatto in questo anno difficilissimo che si è concluso, che mi vede arrivare a sette anni e mezzo di servizio alla città nel delicato ruolo di sindaco, sono ugualmente tante e non è questa certamente la sede per farne una elencazione completa. Nell’evidenziarne alcune vorrei tuttavia sottolineare una circostanza importante: siamo riusciti, nonostante tutto, a mantenere tutti i servizi esistenti a favore dei cittadini, standard qualitativi soddisfacenti per quanto riguarda la cura del territorio e del decoro urbano. Abbiamo scelto di sacrificare tutte le iniziative, pur già consolidate, finalizzate alla promozione turistica del territorio e alla crescita sociale e culturale della Città.
Cominciando a parlare di opere pubbliche, che più di ogni cosa mi stanno a cuore per la crescita della Città, non posso non ricordare quanto è stato fatto in questo anno e quanto è già pronto per diventare realtà. Pur se riduttiva, una elencazione delle altre opere pubbliche ritengo doveroso fare perché ciascuno abbia conoscenza dello stato delle cose: la manutenzione del patrimonio comunale mediante dismissione e messa in sicurezza del vecchio impianto di pubblica illuminazione e la realizzazione della nuova rotatoria di Largo Cesare Bruno di Belmonte, che ha reso sicuro il traffico e gradevole alla vista il tratto di strada a monte della via Brescia. Entrambe queste opere sono state fatte senza impegnare risorse comunali, ma utilizzando le risorse che siamo stati bravi a conquistare quali opere compensative per la realizzazione di un primo impianto fotovoltaico nel territorio comunale. E ancora: il cantiere di lavoro che si è svolto quest’anno, oltre a dare una boccata d’ossigeno all’economia di circa venti famiglie ispicesi, ci ha consentito l’esecuzione di lavori di sistemazione e pavimentazione dello spazio esterno del plesso Vittorio Veneto dell’Istituto Padre Pio da Pietrelcina; la posa in opera del nuovo manto bituminoso in contrada Garzalla nel tratto comunale della Ispica – Pozzallo; la sostituzione della caldaia e la revisione dell’impianto di riscaldamento dell’edificio scolastico di Piazza dell’Unità d’Italia; la conclusione dei lavori di consolidamento, messa in sicurezza e restauro della Chiesa di S. Antonio e la sua riapertura, il 9 dicembre scorso. Per rimanere in tema di edifici di culto è ormai imminente l’appalto dei lavori per la sistemazione della Sacrestia di Santa Maria Maggiore, come pure sono in dirittura d’arrivo tutte le pratiche tecniche e burocratiche per l’avvio dei lavori di consolidamento e messa in sicurezza del Convento di Gesu per un importo iniziale di un milione di euro. Pur con notevole ritardo rispetto alle previsioni, a settembre scorso è stato approvato in conferenza dei servizi il progetto esecutivo del primo stralcio dei lavori per il ripascimento morbido del nostro litorale e in primavera inizieranno finalmente i relativi lavori, che interesseranno il tratto di spiaggia verso via Ucca Marina; sono stati eseguiti i lavori di completamento dell’illuminazione mancante sulla strada Ispica – Santa Maria del Focallo; in questi giorni è stato firmato il contratto d’appalto dei lavori per la realizzazione della via di fuga, che corrisponde al prolungamento di via Sulla, per un importo complessivo di 1.350.000 euro; il 24 aprile scorso è stato ufficialmente inaugurato il ponte in prossimità del trivio Ispica – Pozzallo – S. Maria del Focallo, dopo i lavori di demolizione e ricostruzione finanziati dalla Provincia Regionale di Ragusa, grazie all’impegno del nostro concittadino Salvatore Moltisanti, a quel tempo consigliere e assessore provinciale, cui va la gratitudine della comunità cittadina. Nella prospettiva vanno evidenziati due finanziamenti ottenuti per la messa in sicurezza, la prevenzione e la riduzione del rischio degli edifici adibiti a scuole medie Leonardo da Vinci e già Einaudi, rispettivamente di 50 mila e 93 mila euro; ma, soprattutto, va evidenziato l’importante passo avanti compiuto nell’iter per la realizzazione della zona artigianale nel nostro territorio, grazie alla concessione da parte della Regione del nulla osta per la redazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi.
L’impegno amministrativo mio e della mia squadra, composta dagli assessori e dai consiglieri comunali della coalizione che mi sostiene, ai quali va il mio pubblico ringraziamento per il servizio che nei rispettivi ruoli svolgono a favore della collettività, non si esaurisce, è ovvio, solo con l’attenzione alle opere pubbliche, ma spazia in tutti i campi e nei più svariati servizi di cui la Città ha bisogno. Desidero solo sottolineare due dati importanti: la ulteriore crescita che hanno avuto le presenze turistiche nel nostro territorio da quando, nel 2011, abbiamo conquistato per la prima volta la Bandiera Blu per il nostro litorale e che abbiamo confermato in questo 2012 con l’aggiunta della spiaggia di Ciriga, e l’alta percentuale di raccolta differenziata che il nostro Comune ha confermato in questo anno, che continua a collocarci saldamente, e di gran lunga, al primo posto fra le città della provincia di Ragusa e di tutta la Sicilia sud-orientale”.
Quali azioni, nell’immediato futuro, saranno intraprese?
“Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale al quale stiamo lavorando perché sia approvato dal Consiglio Comunale entro il 19 gennaio rappresenta una opportunità unica, messa a disposizione dal Governo nazionale per salvare il sistema pubblico italiano. Tutti, maggioranza e opposizione, abbiamo il dovere civile e morale di contribuire alla sua approvazione per mettere al riparo il Comune dal pericolo di un dissesto economico, che come ho detto prima non appartiene né a me né alle mie amministrazioni, essendo la situazione economica riconducibile a un sistema di gestire la cosa pubblica diverso da come oggi le circostanze richiedono, comune a tutti gli Enti pubblici italiani. Il futuro di questa comunità è certamente nelle mani del sindaco, della giunta e dei consiglieri comunali, ma anche e soprattutto nelle mani di ciascuno degli ispicesi, ai quali ho chiesto sacrifici e comprensione, la quale – ne sono sicuro – non ci mancherà da parte loro”.
C’è qualcosa, in particolare, che vuole dire ai suoi concittadini?
“Li ringrazio particolarmente per l’affetto, la solidarietà e la simpatia che hanno manifestato a me e mia moglie Fiorella dopo l’incidente domestico che ci è occorso il 23 dicembre scorso. Siamo stati letteralmente sommersi dalla vicinanza, oltre che delle Istituzioni, dei nostri amici e, cosa ancor più gratificante, dallo straordinario abbraccio di quasi tutta la città. Certamente non potremo mai dimenticare le visite, le telefonate, i messaggi e soprattutto i volti e i sorrisi di tanti di essi, che con il loro calore ci hanno fatto sentire amati e ancora utili alla comunità cittadina”.

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