Finanziamenti regionali. Indagini della Finanza. Corte dei Conti condanna imprenditore agricolo modicano

corte dei contiLa Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Sicilia, ha condannato l’imprenditore agricolo modicano, Giuseppe R., 48 anni, al pagamento 15.495,32 euro, somma da maggiorare della rivalutazione monetaria da calcolarsi secondo l’indice dei prezzi calcolato dall’Istat, e a 137,36 euro in favore dello Stato oltre alle processuali. Con atto di citazione del 25 maggio scorso, la Procura Regionale presso la Corte, su segnalazione della Guardia di Finanza, Sezione Frodi alle Uscite Comunitarie e Nazionali, ha chiamato in giudizio l’uomo, titolare dell’omonima azienda agricola di Modica, a seguito di un’indebita richiesta e percezione di contributi comunitari a carico del Feoga, Sezione Orientamento, erogati sulla base del P.O.R. 2000/2006 della Regione siciliana – Misura 4.06 – Azione 2 – Bando 2003. A seguito di ciò, la Procura aveva delegato alla Tenenza della Guardia di Finanza di Modica il compimento di specifiche indagini. Da tale attività istruttoria era emerso che l’imprenditore aveva richiesto di accedere ai finanziamenti anzidetti, presentando un progetto dell’importo complessivo di 912.976,38 euro. Tale progetto era stato ammesso a finanziamento con decreto dell’IPA di Ragusa, che quantificava il contributo pubblico nella misura massima di 350.765,51 euro. Dopo l’accertamento finale dei lavori, era stato determinato il valore delle opere effettivamente eseguite in 862.100,29 euro e, conseguentemente, il contributo era stato rideterminato in 344.840,12 euro. Tra la documentazione presentata dall’interessato per l’erogazione del contributo, figurò, però, una fattura del 2004, relativa alla cessione di macchinari agricoli da parte di una ditta, sempre di Modica, per un importo complessivo di 45.132,00 euro, di cui 37.610 quale imponibile e 7.522 euro per Iva. La quota di contributo pubblico ottenuta dal Ruta sulla base di tale fattura poteva essere quantificata in 15.495,32 euro, pari al 40% dell’importo imponibile, maggiorato del 3% per competenze tecniche. Tuttavia, per i medesimi beni la ditta fornitrice aveva già emesso la fattura “in prova” il 24 ottobre 2002 e la fattura per “rinnovo periodo di prova” del 24 ottobre dell’anno successivo, annullate con le rispettive note di credito. Dalla contabilità dell’azienda fornitrice, inoltre, risultava che nel corso del 2002 la stessa aveva ricevuto dal modicano assegni per un importo complessivo pari al prezzo di acquisto dei macchinari (45.132 euro). A ciò si aggiunga che l’azienda cedente non aveva riportato i macchinari in questione tra le rimanenze finali al 31 dicembre 2002. Questi e altre circostanze hanno determinato la condanna da parte della Corte dei Conti, per l’imprenditore, patrocinato dall’avvocato Salvatore Campanella.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa