COME SALVARE UNA IMPRESA DAL DEFAULT, I NUOVI STRUMENTI DELLA LEGGE FALLIMENTARE SOTTO I RIFLETTORI DEGLI ESPERTI. IL 25 GENNAIO NEL CAPOLUOGO IBLEO IL CONVEGNO NAZIONALE

Laterra, Geraci, PaolinoE’ possibile salvare una impresa dal fallimento? E se sì con quali strumenti? Chi può certificare la capacità di ripresa di un’azienda evitandone il default e tutte le negative ricadute sociali che ciò comporta? Sono gli interrogativi a cui cerca di rispondere, in maniera positiva, l’istituto del piano attestato di risanamento, introdotto nel 2005 nell’ambito di una crescente attenzione legislativa per le soluzioni concordate delle crisi d’impresa, istituto che ha subito negli anni seguenti una serie di modifiche e, da ultimo, anche il “Decreto Sviluppo” è intervenuto sulla sua disciplina. La delicata questione sarà affrontata venerdì 25 gennaio a Ragusa, a Villa Di Pasquale, nel corso del convegno nazionale organizzato dall’Associazione nazionale commercialisti con il supporto dell’Associazione commercialisti iblei di Ragusa e dell’Associazione commercialisti di Siracusa, in collaborazione con il quotidiano economico “ItaliaOggi”.
L’evento, dal titolo “Economia ed etica – 2009/2012 – dalla crisi finanziaria alla crisi di sistema”, vedrà la partecipazione di esponenti del mondo professionale, politico e della magistratura che tratteranno nel dettaglio la tematica. Saranno presenti, inoltre, il governatore siciliano, Rosario Crocetta, il senatore Roberto Centaro, vicepresidente della commissione Giustizia, e il deputato nazionale Marco Causi, componente della commissione Finanze. Ad aprire i lavori Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, assieme a Salvatore Geraci e Antonietta Laterra, presidenti delle associazioni locali organizzatrici. “Si tratta di un convegno di approfondimento – spiega Antonietta Laterra, presidente dell’Associazione commercialisti iblei di Ragusa – che mira ad esaminare l’evoluzione normativa e le caratteristiche specifiche dell’istituto, analizzando nel dettaglio gli strumenti giuridici quali l’accordo, il concordato e la ristrutturazione dei debiti. Riflettori puntati dunque sulle possibili soluzioni a sostegno delle imprese in crisi e sul ruolo centrale della figura professionale del commercialista, il quale, incaricato ad analizzare l’impresa sulla base della preparazione ed esperienza professionale, dovrà assumersi la responsabilità di stabilire se la stessa può presentare un piano meritevole di attenzione da parte degli istituti di credito. Da qui la presenza anche di rappresentanti di enti bancari oltre che dei Giudici del Tribunale chiamati a monitorare le operazioni poste in atto”.
“Il convegno nazionale del 25 gennaio è strutturato in due parti distinte ed indipendenti nell’impostazione – sottolinea Salvatore Geraci, presidente dell’Associazione commercialisti di Siracusa e componente dell’esecutivo nazionale Anc – ma collegati senza soluzione di continuità da un filo conduttore che considera la crisi come un problema del sistema. Alla tavola rotonda parteciperanno gli enti e le istituzioni protagoniste, nel passato come nel presente, della vita sociale ed economica del Paese, le quali saranno chiamate ad analizzare le cause che hanno condotto tutti alla sofferenza quotidiana, compreso l’ignaro cittadino contribuente, e a riproporsi per la ripresa. Sono convinto che le istituzioni italiane, da quelle pubbliche a quelle private, sono tra le migliori al mondo ma come in tutte le società avanzate arriva il momento in cui l’agio ed il benessere acuiscono l’egoismo e mortificano i valori. Parliamo dunque di una crisi etica che ha travolto l’intero sistema dove ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Nel seminario pomeridiano accendiamo i riflettori sull’impresa per proporre soluzioni di risanamento. Come professionisti dell’area economica siamo più che convinti che l’impresa libera, indipendente e soprattutto etica svolga una importante funzione sociale di servizio, perché non la intendiamo come fine a se stessa per il raggiungimento del mero profitto ma come un valore strategico inserita in un sistema dove tutti gli attori sono protagonisti interdipendenti gli uni dagli altri”.
“La riforma della legge fallimentare – aggiunge Rosa Anna Paolino, consigliere nazionale Anc – era ormai indispensabile perché non si poteva arrivare al fallimento di un’azienda che poteva contare ancora su grossi margini di miglioramento. Ecco perché le nuove norme hanno dato modo di potere intervenire per evitare l’ultimo irreversibile atto attribuendo un ruolo fondamentale al commercialista che, chiamato ad intervenire dall’imprenditore e creando un rapporto di sinergia con i creditori, le banche e i fornitori, tenta di evitare il default”.

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