Antonio Lonardo torna nell’Istituto tecnico commerciale “Archimede” dove ha insegnato Materie letterarie per sedici anni, per presentare la sua quinta raccolta di poesie, intitolata Emozioni, pubblicata dall’Editrice Gds di Vaprio d’Adda (MI). Venerdì 25 gennaio alle ore 17.00 nell’aula magna dell’“Archimede” di Modica converseranno con l’autore la scrittrice Daniela Fava e il giornalista Giovanni Criscione. Modererà la giornalista Giuseppina Franzò. La presentazione del libro sarà intervallata dalla lettura di alcuni versi a cura degli attori Giovanni Peligra e Tina Di Rosa del Nuovo Teatro Popolare di Ispica e dall’esecuzione di brani musicali al pianoforte da parte della professoressa Ausilia Pluchino.
Antonio Lonardo (nato in provincia di Avellino nel 1943) ha insegnato nelle scuole medie e negli Istituti superiori, concludendo la sua carriera di docente proprio nell’ITC “Archimede”. I suoi versi hanno ottenuto il favore della critica e numerosissimi premi, tra cui spiccano la medaglia d’argento del presidente della Repubblica e la medaglia del presidente del Senato.
Emozioni comprende 64 liriche che possono suddividersi in tre parti. La prima parte è un poemetto di 28 componimenti, di ispirazione epica e classica, in cui l’autore affianca ai riferimenti colti e alle suggestioni letterarie una poesia delle emozioni, dei ricordi personali e giovanili, sepolti sotto la polvere degli anni. La seconda sezione, denominata “Storia”, comprende componimenti dedicati a personaggi biblici e momenti della storia remota e recente che hanno segnato il cammino dell’umanità. La terza è dedicata alla poesia del cuore e degli affetti, delle emozioni, dei luoghi, delle persone care e dei sentimenti. Il comune denominatore tra le parti dell’opera è rappresentato dalla compresenza dialettica di emozioni universali, particolare e individuali, scaturite ora dalla suggestione dei testi classici, ora da frammenti della storia e dalle vicissitudini della vita. Sono, questi, versi tipicamente lonardiani che riportano le emozioni in una sfera privata e personale, quasi rifugio che accoglie il poeta e balsamo che ne lenisce le ferite inferte dal tempo e dalla vita.