La Corte dei Conti condanna un’imprenditore sciclitano. Deve restituire i soldi di un finanziamento

corte dei contiLa Corte dei Conti, ha condannato lo sciclitano Giuseppe Alessandro Carlo Vajola, 58 anni, legale rappresentante della Factory srl, insieme a Silvia Falzone, 63 anni di Como che aveva la stessa carica. Assolto Siller Costoli, 65 anni, di Vezzano sul Crostoso, amministratore di fatto del sodalizio. Nell’ambito di un Patto Territoriale approvato dal Cipe per iniziative imprenditoriali ed interventi infrastrutturali era stata ritenuta ammissibile l’iniziativa prospettata da «Salomone e Costoli (per costituenda società). Il 28 febbraio successivo veniva costituita la Factory srl da tre soci fondatori e lo sciclitano veniva nominato amministratore unico. I soggetti ammessi al finanziamento del progetto dichiaravano di rinunciare ad ogni diritto loro spettante in favore della neo costituita Factory srl (di seguito anche «Società»). Il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica concedeva un contributo in conto capitale di 1.338.937,89 euro per «la realizzazione di un nuovo impianto per la realizzazione di inerti in scagliola», da erogare in tre rate di identico ammontare. Nell’aprile del 2000 veniva erogata la prima rata pari a 463.123,94 euro. Il maggio del 2006, veniva dichiarato il fallimento della Società e, successivamente, avviato un procedimento penale (rinvio a giudizio) nei confronti degli amministratori, di diritto e di fatto per bancarotta fraudolenta, per aver distratto beni della società e sottratto scritture contabili in modo da ostacolare la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari. La Guardia di finanza, nell’ambito di un’indagine sui coloro che beneficiavano delle agevolazioni finanziarie in materia di patti territoriali, segnalava alla Corte dei Conti un’ipotesi di danno erariale connesso all’indebita percezione di contributi poiché reputava che le fatture utilizzate dalla società per giustificare la spesa per l’investimento finanziato erano relative ad operazioni inesistenti. Lo sciclitano Vajola e Silvia Falzone sono stati condannati in solido tra loro, al pagamento, in favore del Ministero dello Sviluppo Economico dell’importo di 463.123,94 euro, somma da maggiorare della rivalutazione monetaria, da computarsi secondo l’indice dei prezzi calcolato dall’ISTAT, al pagamento, in favore dello Stato, delle spese processuali.

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