Gli esami per cuore e metabolismo. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaEsistono diversi test per verificare la salute del cuore e dei vasi, che è spesso correlata anche al buon funzionamento del metabolismo. Fra quelli più spesso prescritti abbiamo :
Glicemia, Colesterolo, Trigliceridi, Vitamina D, Calcemia, Proteina C. La glicemia misura la concentrazione di glucosio nel sangue. Il glucosio è uno zucchero e rappresenta la principale risorsa di energia per l’organismo. I suoi livelli nel sangue dipendono dall’equilibrio tra la quantità di zucchero introdotta con la dieta o derivante dalle riserve corporee, e la quantità che viene utilizzata dai vari tessuti (muscoli, cervello, eccetera). Questo equilibrio è regolato da due ormoni: l’insulina e il glucagone. La prima viene rilasciata subito dopo un pasto e consente di mantenere la glicemia entro valori normali, favorendo l’assunzione e l’immagazzinamento del glucosio nelle cellule. Il secondo, invece, agisce tra un pasto e l’altro favorendo il rilascio di glucosio dal fegato quando i livelli nel sangue sono bassi. L’esame serve quindi a determinare se il glucosio nel sangue è nella norma o se sono presenti condizioni anomale di iperglicemia o ipoglicemia. Può essere dunque utilizzato per fare una diagnosi di diabete.  Oltre che a digiuno, la misurazione del glucosio può essere effettuata anche vicino ai pasti. Per esempio, il cosiddetto test da carico di glucosio consiste in una serie di misurazioni del glucosio effettuate a tempi diversi dall’assunzione di una quantità standard di glucosio. Questo esame è usato per seguire i livelli di glucosio nel tempo ed è indicato, così come il test del glucosio a digiuno, per la diagnosi del diabete. In entrambi i casi per confermare la diagnosi occorre ripetere il test almeno due volte.
Esiste anche il test del glucosio urinario, che misura la concentrazione di glucosio nelle urine e che rientra nelle analisi delle urine eseguite di routine. In genere ciò che causa aumenti della glicemia produce anche un incremento del glucosio nelle urine.
La colesterolemia misura la concentrazione di colesterolo nel sangue: con tre misurazioni diverse si ottengono i livelli di colesterolo totale, colesterolo HDL (cosiddetto “colesterolo buono”) e colesterolo LDL (o “colesterolo cattivo”). Il colesterolo è un tipo di grasso in parte prodotto dall’organismo e in parte introdotto con la dieta. Esso è essenziale per la vita perché forma le membrane delle cellule, è utilizzato per sintetizzare alcuni ormoni indispensabili per la crescita, lo sviluppo e la riproduzione, e forma gli acidi biliari che partecipano all’assorbimento intestinale dei grassi.
Questo esame viene usato per valutare il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare (malattia coronarica, infarto miocardico, ictus cerebrale). I valori di colesterolo-insieme ai dati relativi alla glicemia, alla pressione arteriosa, all’età, alla storia di fumo- permettono di definire il rischio cardiovascolare di un soggetto . Vi è una correlazione diretta tra i valori di colesterolo LDL e rischio di sviluppare malattia cardiaca o morte cardiovascolare (CV). Pertanto il suo controllo fa parte di una pratica preventiva di routine. Negli adulti al di sopra dei 20 anni la misurazione del colesterolo dovrebbe essere effettuata almeno una volta all’anno. Nei soggetti con storia di malattia cardiaca, nei diabetici o nei soggetti in terapia con farmaci per abbassare il colesterolo il controllo dovrebbe essere fatto almeno 2 volte all’anno per determinare l’efficacia della terapia o del cambiamento dello stile di vita.
Sappiate che valori elevati di colesterolo totale e LDL si associano ad un alto rischio cardiovascolare, mentre il colesterolo HDL è inversamente proporzionale al rischio: quanto maggiore è il colesterolo HDL, tanto minore è il rischio. Per quanto riguarda i valori riconosciuti normali si può semplificare come segue: Colesterolo totale < 200 mg/dl, HDL > 40 mg/dl negli uomini e > 50 mg nelle donne, Colesterolo LDL < 120 mg/dl. Tuttavia i valori cosiddetti desiderabili variano molto a seconda del soggetto e della presenza di altri fattoti di rischio. Per esempio, una donna senza familiarità per malattie cardiovascolari e non in sovrappeso, avrà un valore di colesterolo desiderabile più elevato rispetto a quello di un uomo diabetico, obeso e fumatore. A questo scopo oggi si usano le cosiddette «carte del rischio cardiovascolare», che permettono di stabilire per ogni persona i livelli desiderabili colesterolo. In ogni caso è bene tenere presente che i soggetti con storia nota di malattie cardiovascolari (ictus, infarto miocardico) devono mantenere valori di colesterolo LDL obbligatoriamente inferiori a 100 mg/dl e meglio inferiori a 70 mg/dl; i soggetti diabetici debbono mantenere valori di colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dl.
I trigliceridi sono la forma di immagazzinamento dei grassi nell’organismo e sono utilizzati come fonte di energia. Derivano soprattutto dalla dieta e solo in parte minore sono prodotti dall’organismo (fegato). Una volta introdotti o sintetizzati sono accumulati nel tessuto adiposo (tessuto grasso), oppure sono usati dal muscolo e da altri organi come fonte di energia. La determinazione dei trigliceridi nel sangue rientra nella valutazione e determinazione del profilo lipidico, un insieme di esami che comprendono anche la misurazione del colesterolo. Il test è indicato nei soggetti con patologie cardiache note o in soggetti adulti apparentemente sani, soprattutto se sono presenti altri fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipertensione arteriosa, diabete).
I trigliceridi aumentano soprattutto per eccessivo introito alimentare legato a diete ipercaloriche e ricche di grassi. Spesso l’aumento dei trigliceridi non è isolato, ma si accompagna ad aumento del colesterolo totale e del colesterolo LDL (“dislipidemia mista”) o ad una riduzione del colesterolo HDL e ad un aumento della glicemia basale e della circonferenza addominale a configurare il quadro noto come Sindrome Metabolica, che è un importante fattore di rischio per le malattie cardiache e il diabete. I grassi in causa sono quelli contenuti nella carne rossa, nelle uova, nei formaggi e nei latticini. Una riduzione dei trigliceridi è invece ottenuta aumentando l’introito di omega 3, grassi insaturi contenuti nel pesce. Ricordarsi inoltre che il fegato è in grado di produrre trigliceridi a partire dagli zuccheri per cui anche una alimentazione ricca di zuccheri può portare ad una ipertrigliceridemia. Anche un eccesso di alcol porta ad ipertrigliceridemia perché l’alcol fornisce un eccesso di calorie che vengono convertite in grassi.
La Vitamina D
Il test misura la concentrazione di due forme della vitamina D nel sangue, il calcidiolo e il calcitriolo. La vitamina D regola l’equilibrio del calcio e del fosforo, favorisce l’assorbimento intestinale del calcio ed è un composto fondamentale per la formazione e la crescita di denti e ossa. Essa può derivare dalla dieta o essere sintetizzata nella pelle in seguito a esposizione ai raggi solari. La vitamina D così prodotta deve però subire altre due modificazioni prima di diventare attiva: la prima avviene nel fegato, dove si forma il calcidiolo, un composto intermedio ancora inattivo; la seconda nei reni, dove il calcidiolo è convertito in calcitriolo, la forma attiva. Con due misurazioni diverse si possono determinare sia la concentrazione del calcidiolo sia quella del calcitriolo. Il calcidiolo rappresenta la principale scorta di vitamina D dell’organismo e il test che lo misura serve ad assicurare che il corpo ne abbia una riserva adeguata. Il test del calcitriolo, invece, serve a garantire che i reni convertano la giusta quantità di calcidiolo nella forma attiva.
La calcemia è la concentrazione di calcio nel sangue. Il calcio è uno dei più importanti minerali dell’organismo e si trova per il 99 per cento nelle ossa. Quasi tutto il calcio rimanente circola nel sangue, dove può essere presente in forma libera o legato a speciali proteine, dette proteine plasmatiche. Quando il medico prescrive il test della calcemia, in genere richiede la misurazione del calcio totale, cioè sia la forma libera sia quella legata. In alcune situazioni, per esempio durante gli interventi chirurgici, soprattutto quando vengono effettuate trasfusioni di sangue, può essere richiesta anche la misurazione del calcio libero.
La misurazione della calcemia viene usata per favorire la diagnosi e seguire l’andamento di malattie delle ossa, dei denti, dei reni e dei nervi.
La Proteina C è una sostanza prodotta dal fegato e poi rilasciata nel circolo sanguigno. In condizioni normali i suoi livelli nel sangue sono bassi, ma in presenza di un’infezione o di uno stato infiammatorio possono aumentare anche di migliaia di volte nel giro di poche ore. In questi casi, la crescita della CRP è molto rapida e precede il manifestarsi di sintomi classici dell’infiammazione, come la febbre o il dolore. Il ritorno di CRP a valori normali è altrettanto rapido: non appena l’infiammazione scompare anche la proteina cala.
Il test viene utilizzato per accertare la presenza di uno stato infiammatorio, ma non è specifico per la diagnosi di nessuna malattia. Il test della CRP viene usato anche per determinare l’efficacia di una terapia antinfiammatoria, oppure per valutare l’insorgenza di infezioni batteriche o virali nelle persone a rischio (per esempio nei pazienti che hanno appena subito un intervento chirurgico).
Continua…….

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