Al termine di una prolungata attività d’indagine effettuata tramite meticolosi accertamenti e ripetuti sopralluoghi, i Carabinieri delle Stazione di Acate hanno deferito in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica di Ragusa 6 soggetti per il reato di abusivismo edilizio in concorso in violazione del Testo Unico sull’Edilizia di cui al D.P.R. 380/2001. Si tratta della proprietaria del terreno (27enne acatese), del committente dei lavori (37enne, originario di Gela e residente ad Acate), di 4 operai/muratori (2 di Vittoria e 2 di Acate). Nello specifico i 6 sono ritenuti responsabili di aver messo in opera in concorso tra loro, in un terreno sito Contrada “Baucino” del Comune di Vittoria (ai confini con Acate), un’immobile di nuova costruzione della superficie di circa 150 metri quadrati ed un volume di circa 450 metri cubi, senza il prescritto permesso a costruire, senza un progetto esecutivo, nonché senza aver affidato la direzione dei lavori ad un tecnico qualificato e senza aver preventivamente denunziato l’inizio dei lavori in questione al competente ufficio del genio civile,
il tutto con l’aggravante di aver realizzato la predetta opera abusiva in zona sismica, senza avere rispettato le norme e le prescrizioni tecniche contenute nei decreti ministeriali vigenti nonché senza aver ottenuto la prescritta autorizzazione da parte dell’Ufficio Tecnico Regionale.
Si tratta di un’immobile, ancora in fase di realizzazione, allo stato rustico, realizzato in piano con il terreno, che presenta un piano di calpestio in calcestruzzo, tamponatura perimetralmente ed interna in conci di tufo e solaio in mattoni forati e travi con armatura in ferro. Lo stesso, al termine degli accertamenti, è stato sottoposto a sequestro preventivo dai militari operanti.
Continua così l’attività di monitoraggio e di conseguente contrasto da parte dei Carabinieri della Compagnia di Vittoria del fenomeno dell’abusivismo edilizio nella giurisdizione di competenza, anche tramite l’ausilio del 12° Nucleo Elicotteri di Catania, che già in più di un occasione era stato d’ausilio ai militari della Compagnia. Infatti, già lo scorso anno, sempre i Carabinieri della Stazione di Acate, nel mese di marzo, avevano deferito in stato di libertà 3 soggetti per aver messo in opera in concorso tra loro, in quella contrada “Dirillo-Macconi”, una costruzione in cemento a soli 50 metri dal mare, verosimilmente da utilizzare quale area attrezzata per campeggio, senza essere in possesso delle prescritte autorizzazioni, nonché un altro pensionato acatese, per aver realizzato una sopraelevazione e copertura parziale in difformità rispetto alla concessione edilizia.
Successivamente, nel mese di novembre 2012, nel giro di pochi giorni erano state denunciate altre 9 persone e nello specifico:
– una coppia di coniugi acatesi poiché, a seguito di accertamenti eseguiti presso una loro abitazione, erano stati ritenuti responsabili in concorso di aver realizzato un vano abusivo, delle dimensioni di 21 mq, in assenza del permesso a costruire, con l’aggravante di trovarsi in zona sismica, nonchè, contestualmente, 3 dipendenti del Comune di Acate, poiché, nell’esercizio delle loro funzioni, ritenuti responsabili in concorso del rilascio ai citati coniugi di una concessione edilizia per la realizzazione di un’opera su un terreno non di loro proprietà, bensì su un suolo trazzerale dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole ed Alimentari di Palermo, sul quale gli stessi avevano poi costruito un immobile di 250 mq, adiacente al vano di cui sopra, procurando agli stessi un ingiusto vantaggio patrimoniale. In quel caso l’immobile in parola era stato altresì realizzato in parte in zona A (di interesse storico) e parte in zona E (agricola con vincoli paesaggistici) del piano regolatore del Comune di Acate.
– padre e figlio di origine gelese, rispettivamente committente dei lavori e proprietario del terreno, e due muratori di cui un rumeno, in quanto era stato appurato che sull’area, sita in quella contrada “Dirillo”, era in corso di costruzione un capannone di mq. 300 circa ed un casotto di mq. 75 circa, senza che ne fosse stato denunciato l’inizio dei lavori alle competenti Autorità e privi della prescritta autorizzazione da parte dell’Ufficio Tecnico della Regione Sicilia, con l’aggravante di sorgere in zona sismica senza avere rispettato norme e prescrizioni tecniche nei decreti ministeriali vigenti. Anche in quel caso tutto era stato immediatamente posto in sequestro dai Carabinieri, ma nonostante ciò i lavori erano proseguiti ugualmente, motivo per il quale padre e figlio erano stati altresì deferiti per il reato di violazione dei sigilli.
In tutti i casi, al termine dell’attività investigativa, le Amministrazioni Comunali effettuano una valutazione circa la sanabilità dell’illecito ovvero, qualora l’opera non sia conforme agli strumenti urbanistici, ne dispongono la demolizione.