“Le modalità con cui si è arrivati in tempi rapidissimi all’approvazione del progetto dell’elettrodotto Italia-Malta, che transiterà sul territorio della nostra area comunale, non ci ha consentito di approfondire alcuni aspetti che meritano la dovuta riflessione. Aspetti che non possono fare a meno di prendere in considerazione le legittime istanze di quegli operatori turistici le cui strutture sono ubicate nella parte est del lungomare Andrea Doria, a Marina di Ragusa. Per intenderci nei pressi del cosiddetto “depuratore” dove, tra l’altro, insistono allo stato attuale quattro alberghi (tre esistenti ed uno in costruzione) e tre strutture extralberghiere”. E’ quanto sostiene Sonia Migliore, dirigente provinciale Udc di Ragusa, che ha raccolto le lamentele degli imprenditori della zona. “I quali si dicono preoccupati – continua Migliore – per il fatto che il sistema di collegamento tra la rete terrestre e la rete marina dovrebbe avvenire proprio nei pressi del depuratore. Sono proprio loro a non spiegarsi, e io aggiungo in proposito anche le mie di riflessioni, il motivo per cui tale opera sia indicata come di “rilevante interesse nazionale” in quanto l’unico interesse nazionale degno di rilievo sembra essere quello della Repubblica di Malta che, tramite questa infrastruttura, riuscirà a produrre energia elettrica svincolando parte della produzione dall’inquinante centrale termoelettrica locale. Conoscendo la capacità turistica di questa nazione, probabilmente i maltesi riusciranno a convertire gli spazi ad oggi inquinati in altrettanti siti in grado di favorire insediamenti turistico-ricettivi atti a migliorare ancora di più la già notevole massa critica e soprattutto le condizioni ambientali circostanti. Non andiamo oltre con l’immaginazione se pensiamo che nel periodo di cantiere e, temiamo, anche nella fase di esercizio, Marina di Ragusa, ovvero il centro turistico del loro più importante competitor frontaliero, sarà depotenziato dai divieti di balneazione, dall’insoddisfazione dei turisti e dalle connesse ricadute negative”.
Gli operatori turistici le cui attività insistono nella zona del depuratore di Marina, inoltre, si dicono perplessi dal fatto che i rappresentanti politici locali abbiano prima manifestato una netta contrarietà rispetto alla suddetta opera mentre adesso si parla di equo indennizzo citando una cifra che appare risibile come 600mila euro. “Un intervento così invasivo in una delle principali zone turistiche produttive di Marina di Ragusa – afferma ancora Sonia Migliore – potrebbe verosimilmente produrre ben superiori perdite dirette ed indirette, collegate al minore afflusso di turisti. Gli stessi imprenditori ci chiedono di valutare la possibilità concreta di invertire il destino dell’opera. In subordine, è richiesto uno spostamento della stessa verso est allontanandosi quanto più possibile dall’attuale depuratore e quindi dagli insediamenti turistici e chiedendo come compensazione, piuttosto, una importante riqualificazione del tratto interessato, come ad esempio la realizzazione di un collegamento cicloturistico tra la parte finale del lungomare e la riserva dell’Irminio. Non è possibile colpire in questo modo l’economia turistica che rappresenta uno dei pochi argini al profondo declino socio-economico del nostro territorio”.