IdV Scicli. “LA’ DOVE C’ERA L’ERBA ORA C’E’….. UN PUGNO DI DOLLARI”

guglielmo ferroProssimamente il Consiglio Comunale di Scicli delibererà un piano di alienazione ove sono indicati 18 immobili oltre alle aree di sedime. Questo piano consentirà di portare nelle “assetate” casse del bilancio e del Piano di Riequilibrio 3.209.650 euro: il ricavato stimato dalla vendita.
Si badi: si tratta di una previsione che non necessariamente si tradurrà in liquidità atta a “dissetare” per davvero i meandri disseccati del nostro bilancio, ma comunque resta un “numero” che una volta inscritto rivestirà comunque una sua importanza irrinunciabile, tanto per i futuri bilanci, quanto per convincere la Corte dei Conti che “ce la possiamo fare”.
“L’auspicio di fondo – dice  Guglielmo Ferro, Consigliere Comunale (Scicli Bene Comune)e Coordinatore cittadino Italia dei Valori Scicli – che nasce spontaneo in tutte le persone di buon senso, è che, la vendita del patrimonio serva al ripianamento dei debiti, e che, nel mentre, la gestione per anno di competenza venga rimessa in pareggio riequilibrando entrate ed uscite ordinarie (obiettivo impossibile se non si affronta il nodo rifiuti). Se così non fosse ricordiamoci che 3,2 milioni, ammesso che si trasformassero miracolosamente in liquidità, bastano per 4 mesi di stipendio dei comunali, ma non mi pare che sia possibile reperire beni da vendere per 3,2 milioni ogni quattro mesi!
Ritornando ai rischi paventati all’inizio, potrei citare i casi di alcuni potenziali depositi materiali che, venduti in questa sfavorevole fase, ci daranno entrate infime. Potrei citare la possibile indisponibilità futura di locali che attualmente ospitano centri di aggregazione sociale a Sampieri e Donnalucata: le sedi attuali dei centri incontro non verrebbero alienate ma cedute ad investitori in contropartita di valorizzazioni degli immobili. E poi il Piano prevede tutta una serie di vendite, teoriche si, ma che potrebbero, una volta che esso sia varato dal Consiglio, tramutarsi in fatti concreti, specie se provvisti di particolar convenienza per l’acquirente. L’immobile n.17 , ad esempio, è un area di 700 mq destinata a verde pubblico ad angolo tra via Arcieri e Via Pola, in un quartiere dove non esiste un centimetro quadrato di verde attrezzato, ed in un asse viario che necessiterebbe di una riorganizzazione complessiva. Il progetto di vendita prevede di variare la destinazione da verde pubblico a B2 (indice fabbricabilità 5 mc/mq). Questo in termini tecnici si chiama “valorizzare”: cementificare l’ultimo centimetro libero. Un credo che è anche la cifra culturale urbanistica della nostra città e che nei decenni ha prodotto quartieri dove pietre e cemento non conoscono soluzione di continuità, ma in compenso disponiamo di migliaia di scatole di cemento vuote: le nostre seconde e terze case che IMU e TARES trasformeranno presto in un pascolo per il fisco.
Io mi rendo conto che oggi non vi è alcuna speranza (e a dirla tutta nemmeno la volontà) di trasformare quell’area in un verde curato, ma perché rinunciare per sempre a dare un piccolo polmone alla zona rivalorizzandola (nel senso della vivibilità però) e razionalizzando il  disegno viario, che sul posto lascia a desiderare? No! qui è contemplata solo la cubatura! E per cosa? Per un pugno di dollari! 106mila euro! Questo è ciò che si spera di ricavare: a conti fatti 3, forse 4, giorni di stipendi comunali”.

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