In manette i fratelli Carlo e Marco Piscopo, 30 e 40 anni, entrambi pluripregiudicati, appartenenti all’omonima famiglia mafiosa vittoriese. che ha rappresentato “cosa nostra” nella cittadina vittoriese. L’ordinanza di custodia in carcere è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Ragusa. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, riguardano il reato di estorsione continuata in concorso e ricettazione e sono state condotte dal Commissariato di P.S. di Vittoria.
I due sono strettamente imparentati con Alessandro, Giovanni ed altro Alessandro Piscopo, già condannati in via definitiva per essere stati i mandanti della strage di San Basilio del due gennaio 1999 che costò la vita a cinque persone. I due avevano rubato un autocarro di proprietà di un agricoltore, poi si erano presentati all’uomo mettendosi a disposizione per farglielo recuperare. Chiesero, in cambio, tremila euro. Ne ottennero settecento, il resto avrebbe dovuto essere pagato a rate, in fasi successive. E anche dopo avere riconsegnato l’automezzo, continuavano a chiedere soldi.La vittima non aveva denunciato il furto e quando la polizia l’ha convocato, l’agricoltore ha spiegato di non aver ancora presentato la denuncia perché non ricordava il numero di targa. Qualche giorno dopo, però, si è presentato in commissariato ed ha spiegato di aver ritrovato l’autocarro. Gli inquirenti, però, non erano convinti e, poco dopo, sono riusciti ad individuare con esattezza chi fossero gli estortori. Intercettazioni telefoniche ed ambientali, quelle che in gergo vengono definite “indagini tecniche”, hanno permesso di accertare le responsabilità, anche senza la collaborazione della vittima.
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