Arriva la Tares e le imprese commerciali tremano Il presidente provinciale Confcommercio Magro: “Chiediamo ai Comuni di elaborare regolamenti di applicazione virtuosi”

sergio magroLo slittamento a luglio del pagamento della prima tassa della Tares (tassa sui rifiuti solidi urbani) deciso dal Senato non tranquillizza nessuno, tantomeno gli operatori commerciali preoccupati per come la nuova tassa influirà sulle varie attività del settore in un periodo già dilaniato dalla crisi dei consumi. E’ il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Sergio Magro, a denunciarlo evidenziando come la Tares determinerà un aumento spropositato delle tariffe anche per le imprese commerciali e turistiche. “Ecco perché – dice Magro – ci rivolgiamo ai sindaci dei Comuni dell’area iblea per chiedere agevolazioni ben precise per la nostra categoria, elaborando regolamenti di applicazione virtuosi, con un occhio di riguardo per il commercio locale. Siamo veramente preoccupati per l’introduzione della Tares che rischia di dare un colpo mortale alle imprese. Un ristorante, ad esempio, andrebbe a pagare quattro volte in più di quanto adesso paga con la Tarsu. Non ci stancheremo mai di ricordare che già adesso molti commercianti debbono ricorrere a prestiti per pagare le tasse e figuriamoci cosa potrà accadere con un ulteriore inasprimento fiscale. Chiediamo più coraggio, soprattutto ai nostri amministratori locali, e politiche che favoriscano la ripresa delle piccolissime imprese, vera spina dorsale della nostra economia”.
Il direttore provinciale Emanuele Brugaletta chiarisce che “per le imprese locali si teme possa arrivare un vero e proprio salasso che Confcommercio ha calcolato in un aumento medio dell’imposta sui rifiuti pari a due volte tanto che rischia di crescere addirittura quattro volte per settori come la ristorazione e l’ortofrutta. Il nostro studio – continua Brugaletta – entra nel dettaglio con alcuni esempi pratici che spiegano, concretamente, l’impatto che avrà la Tares per la categoria sul territorio. Sono previsti incrementi eccessivi che porteranno sicuramente scompensi alla gestione economica delle varie attività commerciali già messe a dura prova dalla crisi e dagli altri balzelli e imposte”. Ad intervenire sulla vicenda anche il presidente provinciale Fipe, Maurizio Tasca. “I pubblici esercizi – precisa – sono doppiamente danneggiati perché con la Tarsu un bar ha già un costo al metro quadrato del 75% superiore, per esempio, a quello di un ipermercato mentre per un ristorante si arriva al +157%. In pratica, gli incrementi percentuali sono tra i più elevati anche perché i valori di partenza su cui si applicano sono già alti. E’ impensabile che il nostro settore, dove si registra complessivamente un saldo negativo, vale a dire la differenza tra nuove aperture e chiusure, possa essere ulteriormente gravato dall’aumento vertiginoso della tassazione sui rifiuti”.

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