Se la cultura necessita per vivere della politica, la politica non può fare a meno di essa. Una tesi? No, una convinzione. La politica ricorre sempre alla cultura, purtroppo come contorno della società. Poche le coalizioni, parliamo delle politiche, che hanno riservato uno spazio congruo a questa. Eppure la cultura è basilare nella crescita, nella rivoluzione sociale e culturale di un popolo. Non sono parole, ma credi. Non sono frasi fatte, ma, senza cultura ,le civiltà non avrebbero avuto futuro. Ne sappiamo qualcosa , in Sicilia, dove diverse civiltà si sono succedute. Ma perché, se si ritiene indispensabile alla crescita di un popolo, di un pensiero, di una collettività, così poco spazio viene riservato ad essa? Purtroppo, questa non è ,principalmente, un bene materiale, anche se è indispensabile, come oggetto, beni culturali, monumenti, aree archeologiche, a quel turismo culturale, fonte di ricchezza, per il nostro Sud. Il problema, però, verte in quella cultura, che definiamo immateriale, libri, storia, biblioteche,che sembrano relegati alla elite intellettuale, ma, in realtà, sono le radici di un popolo, la storia civile, di altri popoli, e di quello che hanno lasciato sul territorio. Le Agende, quelle più accorte, parliamo dell’Agenda Monti per l’Italia, l’Agenda del Mezzogiorno di Monti ,appena uscita, di cui abbiamo dato notizia,nei particolari , quella di Bersani, quella del Pdl, di Ingroia, di Grillo, che neanche ne parla, non affrontano la questione.
Ci si chiede: è ,forse, quella cultura meno importante, o è la miopia dei politici, che non vede, al di là del consenso immediato,cioè voti? Quella cultura immateriale determina la vera crescita di un territorio, delle persone, che dovrebbero essere, nelle parole, almeno, dei politici, il fine ultimo della politica in “salita”, “il bene comune”.
Purtroppo, però, il bene comune viene inteso come economia stretta e solitaria rispetto alla richiesta di un’intera società che vuole progredire, e crescere realmente. La scuola, l’istruzione , la cultura della legalià, relegata ai programmi scolastici, così necessaria e indispensabile in una società, che voglia rivoluzionare i comportamenti, la ricerca universitaria, sono settori che non si possono dimenticare, o considerare secondari.
Questa è la visione della cultura, e di chi crede che solamente la politica dei contenuti, il sociale, la cultura, il Sud, sono gli elementi essenziali, per un cambiamento, per uno Stato riformato. Cultura, Riforme, insomma, sono indispensabili per un cambiamento di rotta.