Recuperiamo il senso di normalità

carmelo modicaSi parla di elezioni nazionali ma si pensa a quelle amministrative del prossimo maggio, anche perché viviamo un mondo così democratico che i parlamentari già vengono eletti prima che si concludano le votazioni. Nel valutare le dichiarazioni dei candidati sindaci appare propedeutico recuperare innanzitutto il senso della normalità e consapevolezza di cosa significhi mediocrità politica.
La mediocrità politica è una sensazione che si avverte e per sentirne la presenza non occorre essere i “migliori”. Se fosse così solo Maradona potrebbe emettere giudizi su una partita di calcio e nessuno potrebbe esprimere fiducia su un chirurgo, visto che nessuno capisce di medicina.  Il senso della mediocrità prima di tutto è un clima che si coglie ed anche se è certamente legato ai risultati pratici esso si forma sulla scorta di confluenti giudizi complessivi che coinvolgono la qualità etica, quella morale, la capacità di decidere e di metodo mostrata, il modo di porsi.
Molti sono gli elementi immateriali che danno corpo e sostanza al clima di mediocrità che si vive. Tra essi indichiamo la demolizione del senso della normalità che per certi versi appare irreversibile proprio perché esso, quasi non viene più avvertito.
Vi è qualcuno che rileva che in televisione [nelle consuete trasmissioni pomeridiane che orientate alla ricerca di pruriti sessuali, pianti e gossip] applaudire in maniera fragorosa ed isterica una mamma che ha raccontato di un atto di amore rivolto al proprio figlio vuol dire elogiare una donna che ha fatto una cosa che farebbero, hanno fatto e fanno miliardi di mamme? E dove risiederebbe la eccezionalità da elogiare?
Questo esempio ci dice che per giudicare i grandi progetti e programmi politici occorre recuperare il senso del normale perché è la sua assenza che non consente il buon governo.
E’ normalità, infatti, sostenere che chi critica tutti i governi che, con pari responsabilità, non hanno approvato in 21 anni la variante al piano regolatore generale, né risolto nessuno dei problemi complessi di Modica è un presuntuoso ed un qualunquista?
Ed è normale sostenere che chi critica in effetti si auto proclama migliore ed ha il dovere di presentarsi alle elezioni anche quando dovesse ritenere di non averne l’attitudine oppure può provare che in questa città le elezioni si vincono con i soldi e le congreghe e non con i programmi e che anche quando si potesse raggiungere il consiglio comunale non si potrebbe fare più di quanto si può con la penna, contro un potere economico che ha ormai occupato case del popolo e sagrestie?
E poi, ma è normalità pretendere che per criticare la politica occorre sentirsi, o dimostrare di essere migliore? ma per giudicare una partita di calcio occorre essere un Maradona per evitare che qualcuno ti dica “statti zitto oppure scendi in campo tu e fai gol”?
Ma poi. occorre essere migliori per prendere atto che esiste un partito che a Modica ed in Sicilia, ha il più alto livello di pregiudizi penali pendenti e passati in giudicato e che esiste un potere economico arrogante quanto un altro di carattere culturale di eguale pericolosità sociale?
E’ da folli sostenere che gli stessi partiti sono democratici perché hanno ricevuto l’imprimatur dalle elezioni, delinquenti perché hanno ricevuto l’imprimatur nelle aule di giustizia ed incapaci perché hanno ricevuto, in tal senso, l’imprimatur dai risultati di governo?
E’ folle colui che in reazione al dichiararsi incolpevole della classe politica modicana che ha governato la Modica repubblicana si chiede: “ma… allora chi cazzo l’ha distrutta la mia città?”
Per una valutazione disincantata della situazione attuale caratterizzata da proclamazione di risultati e ricette miracolistiche ma anche per valutare le previsioni catastrofiche degli oppositori, occorre recuperare, innanzitutto il senso del normale. Solo esso ci potrà far comprendere che non sono pochi coloro i quali si fanno guidare dalla Parola del Vangelo, mentre sono pochissimi coloro i quali nel ricoprire cariche pubbliche, per esempio quella di sindaco, ostentano la loro fede religiosa come icona per ottenere credito e consenso temporale, in guisa tale da confondere e far confondere la Testimonianza con la strumentalizzazione.

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