Giornata del malato 2013: stiamo accanto, ma anche diciamo no ai tagli nella sanità come pure ai Muos, grande rischio per la salute di un ampio territorio

maurilio assenzaL’11 febbraio sarà celebrata la giornata mondiale del malato che ha, come primo messaggio, la sollecitazione ad essere accanto a quanti soffrono e alle loro famiglie. Il primo invito allora è quello del gesto semplice della visita, che permette anche di capire altri aiuti che si possono dare. C’è sempre più però la consapevolezza che, in uno Stato democratico impegnato dalla Costituzione a tutelare la salute, va rafforzato e migliorato il sistema sanitario, eliminando certo sprechi ma migliorando la qualità e intervenendo in modo particolare per quelle situazioni complesse che superano le possibilità di famiglie e volontari. “Pensiamo per fare solo un esempio ai malati di slà – dice Maurilio Assenza, Direttore della Caritas diocesana di Noto – che rimandano al vasto mondo delle disabilità. Tante volte nel nostro territorio, ma anche nel Paese, essi hanno protestato per ingiustificati tagli alla loro assistenza. Vogliamo con loro dire a quanti ci amministrano o governano, alle forze politiche impegnate nelle competizioni elettorali nazionali e locali, che si tagli altrove, si tagli sulle armi, si tagli sulle spese della politica, ma non si tagli né nei servizi sanitari né nei servizi sociali. Eventualmente si aumentino forme di controllo, ma anche di ascolto dei bisogni effettivi dei cittadini. E c’è una terza attenzione a cui sollecita la giornata del malato. Ci sono troppi tumori dovuti all’inquinamento, abbiamo partecipato a troppi funerali di persone che hanno lavorato in fabbriche inquinanti e sono stati strappati troppo presto all’affetto dei propri cari. Ora, non a motivo solo di alcune fabbriche, ma di un sistema gravemente inquinante – le antenne radar del sistema Muos della marina militare americana che si vogliono impiantare vicino Niscemi – si corrono grandi rischi per la salute e per l’ambiente in un’area abitata da trecentomila persone, e il rischio riguarda anche le generazioni che verranno. Per questo ci uniamo alla forte e crescente protesta contro il Muos. Lo facciamo come uomini e cittadini. Lo facciamo come cristiani, lo facciamo pensando – con don Tonino Bello – che, se è necessario il samaritano dell’ora dopo, altrettanto necessario è il samaritano dell’ora prima. Ecco perché dobbiamo fermare in tempo i Muos e dobbiamo tutti chiedere una politica sanitaria rispettosa della dignità e dei diritti della persona, mentre intanto non dimentichiamo i malati, li visitiamo e riceviamo da molti di loro l’esempio di tanto coraggio e da quelli attorno a loro di tanta dedizione.

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