Non è certo per entrare in polemica con l’imprenditore che si è proposto per ottenere la concessione demaniale a Micenci al fine di realizzare uno stabilimento (chiamiamo le cose con il loro nome) e annessa area per ricovero di imbarcazioni su una superficie di mq 2.200, che intervengo in questa vicenda. Dico subito che sono parte in causa: ho la casa sulla spiaggia di Micenci. E quindi potrò non essere obbiettivo. Comprendo persino le buone ragioni dell’imprenditore e non oso dubitare dei suoi buoni propositi. Ma alcune cose vanno subito chiarite prima di esporre le buone ragioni per cui quell’intervento proposto non può passare. Innanzitutto la questione delle dimensioni dell’intervento.
Ho seguito, e sono anche intervenuto, su facebook, dove la questione è stata sollevata. Nessuno ha parlato di uno chalet di 2200 mq. Sappiamo tutti che quella è la superficie di arenile richiesto in concessione. Ma nessuno può prenderci in giro con la storia che “lo chalet” è di soli 25 mq. Balle!
25 mq è il locale centrale destinato alla somministrazione: tutto coperto. Va aggiunta la superficie occupata da una “veranda coperta” di almeno 4 metri su tutti i lati (un esagono) e di una pedana “scoperta” larga almeno altri 5 o 6 metri sempre su tutti i lati. E poi le tre cabine spogliatoio, i servizi igienici, un non meglio precisato locale ricovero ombrelloni e sedie a sdraio (14 mq …sic!) ..fate i conti un po e vedrete che ad essere “coperti” saranno almeno 200 mq di arenile.
Poi c’è il resto: area per gli ombrelloni, area per l’elioterapia (questa qualcuno dovrebbe spiegarmela), l’area per i natanti (pedalò? barchette a vela ? surf ? …che importa ..sempre area sottratta alla pubblica fruizione è.
Chiarito questo aspetto, non secondario, voglio segnalare almeno quattro ragioni che dovrebbero consigliare le autorità competenti a negare ogni autorizzazione.
1)La prima di ordine tecnico. L’arenile richiesto in concessione non è stabile. La spiaggia si allarga e si restringe (per esempio in questo momento non ci sarebbe neppure dove allocare lo chalet: salvo che non lo si voglia fare su palafitte dentro il mare). Non c’è quindi neppure certezza della quantità di arenile occupato ed in concessione.
2)La seconda è di ordine diciamo sociologico. La spiaggia di Micenci, ed in particolare la porzione per la quale è richiesta la concessione, è tradizionalmente e storicamente fruita dalle famiglie dei residenti. Insomma non è una spiaggia dove si recano i bagnanti itineranti. E ciò per diverse ragioni la prima delle quali richiama quanto dirò al punto successivo: non c’è dove parcheggiare. E poi per la vicinanza al lungomare ed alle case. Sottrarre la spiaggia ai residenti e a chi vuole stare tranquillamente a mare, con i bambini, sarebbe già disdicevole.
3)La creazione di una struttura ad uso pubblico determinerà senz’altro un afflusso maggiore di persone. Non saranno mica quelli del posto ad essere la clientela dello stabilimento (salvo per qualche servizio …sussidiario). In questi casi dovrebbero essere messi a disposizione parcheggi sufficienti (così è richiesto dalla legge anche, per esempio, per i supermercati). In assenza di parcheggi l’intervento richiesto determinerà solo inconvenienti e disagi, per i residenti ma anche per coloro che vorranno usufruire dei servizi,
4)Una ultima ragione è di ordine culturale e ambientale. L’intervento ricade su un’area sulla quale sorge una fonte d’acqua dolce che è una vera e propria attrazione. Quella fonte, l’unica che è rimasta in tutta Donnalucata, è la vestigia vivente di quelle fonti che hanno dato il nome alla Borgata nel bel mezzo della spiaggia di Micenci …quella della battaglia delle Milizie tanto per ricordarlo. Saranno discorsi demodè. Saranno stupidaggini. Forse. Ma la memoria è parte della cultura di un popolo. E l’intervento proposto calpesta la memoria. E non solo in senso figurato: guardate dalle tavole progettuali come viene addirittura tagliata in due la sorgente. Francamente, almeno un po attenzione in più potevamo attendercela.
Allora per farla breve. Si facciano le strutture recettive. Ma dove esse necessitano: per accogliere i bagnanti, i ragazzi che vogliono fare festa anche la notte (altra questione che non può essere trascurata quando si interviene proprio nel bel mezzo della borgata ..davanti alle case), le comitive festanti della domenica e dei di di festa. Li, a Micenci, non serve. La spiaggia non è esclusiva, è pienissima di ombrelloni e bagnanti, di piccoli che giocano, di ragazzi che si divertono. Sono quelli che abitano a Donnalucata, i residenti ed i villeggianti che vengono per le vacanze. E’ una dimensione umana e familiare, aperta e di grande socialità, senza distinzione di provenienza, di ceto sociale, di età. Perché rovinare tutto questo?
La struttura sulla spiaggia di Micenci(Scicli). L’intervento dell’avvocato Bartolo Iacono
- Febbraio 10, 2013
- 1:53 am
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