Muro crollato al Tribunale di Modica. In quattro assolti dall’accusa di disastro colposo

muro-crollato-tribunaleIl Gup del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, ha assolto i quattro imputati coinvolti nell’inchiesta aperta nell’aprile del 2007 dall’allora Procuratore della Repubblica, Domenico Platania, a seguito del crollo del muro di contenimento, componente il perimetro del Tribunale di Modica e confinante con il Centro Diurno, ancora, tra l’altro, chiuso. L’episodio accadde in concomitanza con un periodo di grandi piogge e avrebbe potuto causare anche una tragedia perché il crollo interessò la corsia di marcia dei garage sottostanti il Palagiustizia. Il crollo avvenne intorno alle 19. Platania incaricò un consulente tecnico d’ufficio per una perizia non in contraddittorio, al fine di verificare quali potessero essere state le cause che avevano determinato il distacco della parete in cemento armato e se ci fossero, dunque,
responsabilità. Furono indagati il progettista e direttore dei lavori, Ignazio Agosta, modicano, difeso dall’avvocato Giuseppe Nigro, i responsabili dell’impresa edile palermitana che costruì il Centro Diurno, Amilcare La Torre, difeso dall’avvocato Loredana Calabrese, e Pietro Sireci, difeso dall’avvocato Giovanni Caratozzo, ed il modicano Emanuele Fidone, difeso dall’avvocato Vincenzo Iozzia. Erano accusati di disastro colposo. La posizione di Salvatore Ottone, il capo cantiere, era stata, invece, archiviata. La “parete” staccatasi, era formata, come si diceva, da calcestruzzo con innescata una struttura intrecciata di ferro che, evidentemente, non era servita a mantenere la stabilità dell’opera. Pare che il crollo fosse stato determinato dal materiale di risulta proveniente dall’area dove si stava realizzando il Centro Sociale il quale avrebbe creato pressione sulla “parete”, a confine con il Palazzo di Giustizia, di circa venti metri che non è stata ancora rimossa perché sotto sequestro. Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti.

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