LA VERVE DELL’ILLUSTRE MODICANO POIDOMANI CELEBRATA IN UN READING DI FAVACCIO

Il reading tenuto da Giovanni Favaccio con i presidenti delle varie associazioniUn pomeriggio dedicato a Raffaele Poidomani. Indimenticato scrittore modicano, le cui opere sono molto apprezzate nell’area iblea. E la cui poetica è stata resa ancora più d’impatto dalla verve di un narratore d’eccezione, l’avvocato Giovanni Favaccio che, oltre a dimostrare la propria capacità affabulatoria, ha fatto conoscere spaccati poco noti di un grande artista della parola come appunto Poidomani. Un appuntamento, quello promosso nei giorni scorsi, che ha visto la compartecipazione di vari club service i quali hanno fortemente creduto nel rilancio di una figura culturale che non ha bisogno di presentazioni. L’iniziativa è stata voluta dal Soroptimist di Ragusa, presidente Rossella Ciarcià Amoddio, dall’Associazione mogli medici italiani sezione di Ragusa, presidente Elisa Marino Criscione, dal convegno Maria Cristina di Savoia, presidente Sara Greco, dalla Fidapa, presidente Giorgia Gurrieri. Ma perché proprio Poidomani? Ben noto e grandemente apprezzato nella zona iblea, Poidomani è, nel resto del Paese, conosciuto da alcuni specialisti e pressoché ignorato dal grande pubblico, come accade a non pochi «grandi» della cosiddetta letteratura sommersa, che registra nel XX secolo, specie in Sicilia, una ricca messe di esponenti. Scrisse di poesia (in parte, gustosamente satirica), di saggistica storica (degna di attenzione la ricostruzione de La peste a Modica nel 1626) e di narrativa. Quest’ultima comprende il romanzo Fossili (1949) e due raccolte di racconti: Carrube e cavalieri (1954) e Tempo di scirocco (1971). Dei numerosi testi narrativi inediti sono usciti postumi Mille anni a navigare nel 1986 e Milano 1943 nel 2000.
“L’opera narrativa di Poidomani – spiega il critico letterario Lucio Zinna – è quasi interamente circoscritta nell’ambito territoriale della provincia iblea, che ne connota altresì il panorama antropologico; l’arco temporale copre all’incirca un secolo (dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso). Le narrazioni sono popolate da una miriade di personaggi, appartenenti a vari ceti sociali. Un piccolo mondo fatto di precise individualità, ciascuna con i propri problemi esistenziali e le proprie fisime, coinvolte in vicende tragiche o comiche o tragicomiche; tutte comunque destinate a non lasciare che una delebile orma del proprio viaggio terreno: destino comune ai mortali, certo, ma reso ancor più drammatico dal fatto che questi personaggi vivano ai margini della grande historia, della storia ufficiale, nella quale entrano di straforo, da comparse, estranei alle res gestae e, in quanto tali, esempi (ancorché incisivi e variegati) delle res de hominibus, quasi ad offrire materia allo studioso di antropologia che, avvalendosi del metodo etnostorico, si ponesse in una visione «polifonica», muovendo alla ricerca di quanto possa costituire «etnofonte» per una storia de l’homme complet non soltanto di quella della cultura egemone”. Sono le stesse emozioni che Giovanni Favaccio, nel suo reading, ha cercato di trasmettere al numeroso pubblico evidenziando quanto sia ancora attuale l’opera del modicano illustre Raffaele Poidomani.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa