Processo “sexy/gate”. Modica: la mamma degli imputati: “Quei tremila euro erano un prestito”

ignazio galfoI tremila euro trovati in tasca a uno degli imputati al momento dell’arresto erano un prestito avuto dall’accusatore. Ieri l’ha confermato ieri ai giudici del Tribunale di Modica, la madre di Bruno e Massimo Arrabito, chiamata a testimoniare per chiarire quest’ aspetto della vicenda legata all’operazione denominata “Sexy/gate”, eseguita dalla Guardia di Finanza, e che vede i due germani modicani accusati di estorsione aggravata e continuata nei confronti di Guglielmo Piccione, un imprenditore sciclitano. L’anziana donna ha ammesso che il figlio l’aveva tirata in ballo per avere un prestito da Piccione e che lei stessa si era esposta con la madre della parte lesa affinchè quella somma fosse accordata. Massimo Arrabito è difeso dall’avvocato Ignazio Galfo, Bruno Arrabito dall’avvocato Carmelo Ruta. In precedenza era stato proprio quest’ultimo, a valanga, a motivare ogni passaggio della vicenda che portò al suo arresto, del fratello e di Francesco Statello, già condannato con l’abbreviato, “disegnando” la figura del suo accusatore come una sorta di dottor Jeckill e mister Hyde, “sposato, con un’amante fissa da circa trent’anni e una serie di avventure, l’ultima, motivo della rottura del loro rapporto fraterno”. “Il problema – aveva spiegato – è stata l’ultima donna della quale si era invaghito e per la quale voleva lasciare la moglie. Io ero totalmente contrario a questa relazione”. Aveva anche detto del famoso Cd dov’erano registrate immagini delle prestazioni sessuali della parte civile. “Mi ha detto di tenerglielo io perchè nel suo ufficio il computer era utilizzato da parecchie persone e a casa il figlio era molto esperto. Lo conservavo insieme ad altri dischetti musicali”. Si riprenderà il 10 aprile.

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