Da Milano a Ragusa si leva una sola voce contro le aperture domenicali: i gruppi DNG fanno sentire la loro voce ai candidati.

negozioSono le commesse siciliane che, insieme a quelle di altre 15 regioni italiane, alzano la voce e ribadiscono il loro secco No alla liberalizzazione delle aperture dei negozi.
Scelte scellerate dei Governi passati, riguardo alla liberalizzazione delle aperture domenicali. Nessun governo di sinistra, di destra e di centro ha mai detto”no” alle aperture domenicali selvagge.
Adesso le commesse di tutta Italia chiedono al prossimo Governo un’ impegno a regolamentare le liberalizzazioni mettendo dei paletti e demandandone la disciplina alle regioni.

“Le piazze non esisteranno più – dicono allarmati i coordinatori del gruppo DNG Lombardia – perche’ i cittadini stanno modificando le proprie abitudini “sociali”. Difatti ormai si preferisce ritrovarsi, la domenica pomeriggio, ad esempio, all’interno dei centri commerciali anziche’ in piazza, in montagna o al mare. La nostra paura e’ che i nuovi luoghi di aggregazione sociale siano esclusivamente i centri commerciali e che, quindi, andando verso una privatizzazione della propria vita sociale, non saremo piu’ in grado di manifestare l’eventuale dissenso verso ogni cosa che ci verrà proposta. Noi commesse ne siamo la prima conferma: non possiamo permetterci di parlare del nostro disagio – pena le ripercussioni spesso in forma di mobbing, stressing e bossing – all’interno dei nostri luoghi di lavoro, ovvero nelle piazze private del domani.”
“Riteniamo assurda la politica attuata dai nostri governanti – seguono a ruota i coordinatori del gruppo DNG Sicilia – che hanno liberalizzato la costruzione incontrollata di nuovi centri commerciali in ogni luogo d’Italia (consentendone poi l’apertura in ogni giorno dell’anno) e quindi la cementificazione di quelle aree che dovrebbero essere, invece, utilizzate per la costruzione di aree a verde o ludiche. I rischi che si corrono sono molteplici e azzardati. La società si sta “robotizzando”, accondiscendendo a quanto ci viene offerto e senza pensare a quello che sta accadendo nella vita delle famiglie italiane.”

Chi lavora nei centri commerciali ha cessato di vivere la domenica coi propri parenti, creando una disgregazione sociale senza pari nella storia. Mentre chi si adegua a vivere le proprie domeniche libere a fare acquisti, o semplicemente a passeggiare, nei centri commerciali, cedendo a quanto gli viene offerto, dimostra di essersi sottomesso ai “comandamenti” della GDO (grande distribuzione organizzata).

Ribadiamo il nostro secco No alle aperture dei negozi 365 giorni l’anno e chiediamo, anzi esigiamo che i nostri futuri governanti cambino immediatamente la legge sulle liberalizzazioni.

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