Pronto Soccorso di Modica. Aliquo’: ” Di recente non abbiamo perso finanziamenti”… E quello del 2011? Interviene anche Torchi

Pronto soccorso modicaIl Commissario Straordinario dell’Asp Ragusa, Angelo Aliquò, interviene sulla vicenda del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica, balzato agli onori della cronaca dopo la vicenda della pensionata rimasta 14 ore su una sedia nella struttura di emergenza. Aliquò sostiene che non è stato perso alcun finanziamento per la ristrutturazione del Pronto Soccorso ma, in questo senso, usa il termine “di recente”. “Sono stato a Modica sin dal mio insediamento – dice – e ho constatato che i locali sono inadeguati. Ho disposto la redazione di un progetto da parte dell’ufficio tecnico della nostra azienda”. Occorre fare, dunque, chiarezza sulla questione. L’Asp Ragusa ha aderito al progetto POR 2007-2013(c’è una lettera del primario, Roberto Ammatuna, del 17 marzo 2010 che denuncia le gravi condizioni)per ottenere fondi europei(oltre un milione di euro). La scadenza era al 31 dicembre 2011. L’incarico esterno per redigere il progetto fu affidato nel mese di settembre del 2011, tre mesi prima della scadenza(la burocrazia, notoriamente lunga per i visti e i pareri richiede tempi più ampi per dichiarare il progetto cantierabile ed essere approvato dalla Regione), A questo punto, lo strumento tecnico del Pronto Soccorso è stato escluso anche con tutti i pareri presentati, per scadenza di tempo. L’Asp si sarebbe mossa per tempo, invece, per altri presidi tant’è che sono stati assegnati anche 58 milioni di euro per completare il nuovo ospedale di Ragusa e circa 50 milioni per finanziare due PTE ed alcuni sottoscala a Comiso. L’ex sindaco, Piero Torchi, è categorico sulla questione. “Non ci sto che il Pronto Soccorso muoia senza che nessuno dica niente; non ci sto a lasciare solo ad alcuni coraggiosi giornalisti che hanno denunciato i fatti, oppure ad ascoltare di nascosto, per paura di ritorsioni, i pianti e degli operatoti sanitari spossati da turni bestiali per la mancanza di personale e per la gran mole di lavoro, senza che nessuno faccia niente. Non mi basta aspettare che un mio amico o un mio parente muoia per denunciare le condizioni drammatiche in cui versa l’emergenza sanitaria a Modica. Non voglio essere complice silenzioso di ciò che ogni giorno rischia di accadere, continuo, a lanciare, come già fatto nei giorni scorsi, alto, il grido d’allarme per le condizioni della sanità e dell’ospedale “Maggiore”, a partire proprio dal pronto soccorso, in città”.

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