Modica. Addio al mitico “Zu Pietro” Scollo. La città si è fermata

foto(1)Modica ha dato l’estremo saluto al “mitico” Pietro Scollo, per tutti “Zio Pietro” o “Zu Pietru” o ancora “Zu Pettru”, a seconda della provenienza dei giocatori. Il mitico massaggiatore del Modica se n’è andato da protagonista, come meritava, salutato da migliaia di amici, conoscenti, semplici curiosi, giocatori vecchi e nuovi, tecnici, dirigenti, allenatori, in un duomo, quello di San Pietro, che a stento è riuscito a contenere tanta gente, stretta attorno ai figli Giancarlo, Gabriella, Maurizio ed Elio, avuti dalla sua amata moglie Razzietta. “Ancora una volta Don Pietro ha avuto la capacità di radunare, di mettere insieme”, ha fatto rilevare nell’omelia il vicario foraneo, Corrado Lorefice. Profondo, ricco e commovente, il messaggio affidato al capo ufficio stampa del Comune, Marco Sammito, che in poche parole è riuscito ad esprimere ciò che tutti avrebbero voluto dire. “Ci eravamo illusi – ha detto Sammito – che un momento come questo non avvenisse mai”. Ha descritto Pietro Scollo come uomo semplice e saggio “protagonista di una storia popolare, uomo del rispetto e dalla signorilità innata, capace di lezioni straordinarie di amicizia, onestà, lealtà. Un educatore laico che entra tra i personaggi di una città da ricordare e da trasmettere”. L’uscita dalla chiesa è stata maestosa. La scalinata del Duomo era un insieme di fiori, colori rossoblu, striscioni e di ultras che hanno salutato intonando “Zio Pietro uno di noi…Zio Pietro uno di noi”. Il “mito” del calcio modicano se n’è andato vestito con tuta rossoblu e le sue scarpette da tennis. Sulla bara anche la maglia numero dieci che gli ha restituito domenica il “panzer”, Pippo Macrì, il giocatore più importante passato sul lettino di Scollo, presente insieme a tanti altri, seppure sorretto da una stampella. Per Don Pietro tutto come previsto. Spesso diceva ai familiari “I miei funerali li dovete fare di lunedì, “picchì i picciutti altrimenti pieddunu l’allenamenti”. Così è stato.

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