La casa-famiglia cambia destinazione d’uso. Mandarà (Tutti x Santa Croce): “Una vergogna che ci porteremo dietro, anche Crocetta deve sapere”

piero mandaràLa delibera di G.M. n°30 del 14-02-2013 non lascia adito a dubbi. L’Amministrazione di Santa Croce Camerina ha deciso di destinare la casa-famiglia Don Gnocchi a sede di uffici, sovvertendo la destinazione d’uso per cui era sorta. Secondo la delibera in oggetto è prevista una somma pari a 10mila euro per lavori di straordinaria amministrazione, nonché per l’adeguamento dei locali con quanto è necessario a renderli idonei all’uso prescelto. Tale decisione, secondo il sindaco Franca Iurato, si è resa necessaria per contenere le “spese di affitto dei vari uffici attualmente dislocati in immobili privati”. “Se le finalità, dettate dall’idea di far risparmiare la collettività, potrebbero apparire nobili – spiega Piero Mandarà, segretario del movimento ‘Tutti x Santa Croce’ – a ben vedere questo virtuosismo non dovrebbe incidere su una categoria di soggetti “svantaggiati” e sulle rispettive famiglie”. Da mesi Mandarà insiste sulla questione ‘Don Gnocchi’ e preme affinché si comprenda quanto a livello sociale una casa-famiglia sia un baluardo di civiltà per la nostra cittadina, la quale non può e non deve rimanere indifferente nei confronti dei più bisognosi: “Il sindaco vuole privare la comunità dell’unica struttura adibita a scopi sociali. E’ impensabile che per risparmiare sui costi dell’affitto di alcuni locali, sia inibita la possibilità di un utilizzo della casa-famiglia. Il risparmio dei costi della P.A. deve essere attuato riducendo il numero delle Macrostrutture dipartimentali (da 5 a 3 nel caso di Santa Croce), come hanno fatto la provincia Regionale, il comune di Ragusa, il comune di Modica ed altri comuni; riducendo il numero e l’indennità dei dirigenti; eliminando le posizioni organizzative ormai inutili; razionalizzando l’utilizzo delle risorse umane e dei beni di servizio; eliminando il pagamento delle incentivazioni ‘a pioggia’ del personale”. Dopo i ripetuti appelli che l’ex assessore comunale e provinciale ha espressamente rivolto al sindaco per trovare una soluzione che non privi del tutto Santa Croce di uno strumento socio-integrativo così importante, e considerando che anche l’ANFFAS ha cessato di esistere da tempo senza alcuna possibilità di un’imminente riapertura, la situazione induce a nuovi tipi d’intervento: “Il cambio di destinazione della casa-famiglia è una vergogna che ci porteremo negli anni e che penalizzerà, ancora una volta, Santa Croce. Se sarà necessario – spiega Mandarà – mi rivolgerò pure al governatore Crocetta per sensibilizzarlo su ciò che sta accadendo. Spero che una grande ondata di indignazione, dentro e fuori la nostra città, si levi contro un’operazione sbagliata, degna della peggiore politica. Questa è una Amministrazione che mette in campo parole di sinistra e tabù di destra, il peggio della vecchia politica. Sui temi sociali, per esempio, è completamente assente e asettica. Non hanno capito che senza sviluppo sociale non ci potrà essere alcuna crescita culturale. Il paese boccheggia e c’è bisogno di un’Amministrazione capace per risolvere finalmente i problemi, senza giochetti e senza lamentele stucchevoli. Se non è così è meglio che vadano tutti a casa”. Il dibattito si riapre anche se l’Amministrazione di governo, al momento, non ha mai tenuto conto di pareri esterni alla sala dei bottoni: “Per l’emanazione della delibera in oggetto, che di fatto sancisce la cancellazione della casa-famiglia Don Gnocchi, il sindaco e la giunta non hanno chiesto un parere al Consiglio Comunale e non hanno ascoltato le altre voci della città. Questi signori emanano editti senza tener conto di nulla. Siamo costretti a ricordare al sindaco Iurato che è stata eletta con il 25% dei voti, cioè con una maggioranza che non può essere definita tale. E che il suo partito, alle ultime elezioni Politiche, ha visto un crollo verticale dei consensi. Forse sarebbe necessario ricorrere ad una pillola di saggezza e cominciare a percepire e sentire l’opinione della gente e dialogare anche con le altre forze politiche e civiche che rappresentano di gran lunga la maggioranza della città. E poi, lo ripetiamo per l’ennesima volta, mettere in atto l’ingegno e la progettualità: altrimenti Santa Croce è destinata a morire”.

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