Operazione “Hot Fruit” a Pozzallo. Il piemme chiama in causa 16 testi

TribunaleIl pubblico ministero, Alessia La Placa, chiama in causa sedici testi, per i il processo legato all’operazione “Hot Fruit” eseguita dai carabinieri, dove gli imputati sono accusati tentato incendio, illecita concorrenza con minaccia o violenza, furto, danneggiamento a seguito d’incendio. Il Collegio Penale del Tribunale di Modica si occupa della vicenda che coinvolge Giuseppe Vaccaro, 35 anni, di Pachino, difeso dagli avvocati Ignazio Galfo e Isabella Coppola, e i pozzallesi Luciano Basile, 36 anni, difeso da Rinaldo Occhipinti, Emanuele Scarrozza, 32 anni, difeso da Enrico Platania, Alex Sessa, 19 anni, difeso Pietro Latino, e Davide e Cristina Giannella, quest’ultima accusata di favoreggiamento. Le indagini presero le mosse dall’incendio avvenuto la notte del 27 maggio 2011 a Pozzallo in un negozio di ortofrutta di Via Torino. Fatto che si ripetè la notte del 16 novembre successivo in danno dello stesso esercizio. I Carabinieri stabilirono che il mandante era Vaccaro, titolare di un negozio analogo, in Via Presidente Kennedy a pochi metri dall’altro, Basile sarebbe stato l’esecutore materiale (i due furono rinchiusi in carcere). Su altri due incendi avvenuti sempre a Pozzallo nell’ultimo trimestre del 2011 in un’abitazione di Contrada Scaro Pantanelli e ai danni dell’auto di una marocchina residente da anni a Pozzallo, il pluripregiudicato Scarrozza sarebbe il mandante e il giovanissimo Sessa l’esecutore materiale. Il fruttivendolo danneggiato si è costituito parte civile con l’avvocato Cappello. Le parti torneranno in aula il 28 marzo. *

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