L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……di DIRETTORE. VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI MODICA: DALLA “CAMPAGNA” ELETTORALE ALLA CREDIBILITA’ DELLE IDEE E DELLE PERSONE, E ALLA VOGLIA DI SCOMMETTERSI

PISANAA Modica è iniziata la campagna elettorale. Che brutta questa parola, campagna! Quasi fosse in gioco la vendita di prodotti commerciali, da smerciare con accortezza, furbizia e piazzare ad ogni costo. Credo che questa parola, cioè “campagna”, riferita alle elezioni, e da sempre usata nella storia repubblicana, sia arrivata al tempo della sepoltura.
La società è mutata, l’ antipolitica ha preso il posto della politica, per cui non esiste più un elettorato passivo da convincere, da persuadere con manovre più o meno allentanti. Occorre un nuovo linguaggio politico, fatto di idee, di credibilità, di testimonianza personale, di competenza, di onestà intellettuale, di capacità di ascolto, di senso di responsabilità, di distacco dal potere, di senso della misura, di equilibrio psicologico, umano e relazionale.  Quanti allora, tra i modicani, aspirano a cariche politiche, quanti aspirano a diventare consiglieri comunali o sindaco, devono essere consapevoli che diventare protagonisti della vi­ta pubblica significa muoversi non nella direzione della tutela del benessere di pochi ma di tutti, e che non è più possibile fare ricorso alla menzogna, all’inganno pur di conquistare o detenere il potere. Modica è una città che ha bisogno di politici, di consiglieri e di un sindaco che sappiano usare il potere non come fine ma come mezzo, che sappiano stare tra la gente e che sappiano farsi incontro agli altri non per servirsene, ma per servirli.
C’è bisogno, dunque, di una rigenerazione della politica locale, che non è da intendersi come una mera questione anagrafica, ma una necessità dettata dal fatto che è giunto il tempo di imboccare una strada di discontinuità rispetto al passato, dando spazio a “partiti laboratorio – politico” ove l’interesse risulti proteso verso una tensione ideale, ma anche verso un orizzonte di ricerca del potere correttamente inteso, perché è attraverso l’esercizio del potere che le idee, i progetti e i contenuti politici possano trovare la loro realizzazione.
E qui, allora, entra in campo l’intelligenza di tutti i modicani, giovani e meno giovani: la politica non si può fare con i ricatti, le minacce, le promesse, gli umori, le violenze verbali, gli accentramenti, le intolleranze, ma ha bisogno del sano compromesso, dell’umiltà e della capacità di ascoltare; la politica ha bisogno non di arrampicatori ma di uomini capaci di rispettare i patti: pacta sunt servanda dicevano i latini. Chi non rispetta i patti, potrà avere i suoi motivi per non rispettarli, ma dovrà avere l’umiltà di dire: ho sbagliato! Pensavo di farcela, ma non ci sono riuscito! Errare humanum est!
Occorre per Modica una classe dirigente più autonoma; non serve una classe dirigente che rimane solo sulla carta; è poco efficace una classe dirigente semplice spettatrice dell’operato di pochi o, peggio, incapace di dire quel che pensa per paura di perdere il giocattolo o il premio promesso.
I partiti, i gruppi e i movimenti politici modicani che stanno preparando progetti politici per rigenerarsi e presentarsi agli elettori per le prossime scadenze comunali, dicano apertamente alla città cosa intendono fare. Volersi scommettere per dare il proprio contributo non è un peccato, ma un atto di civiltà, se seriamente concepito.
Modica, per essere governata, non ha bisogno di arrivisti né di avventurieri, né di santi né di eroi, né di puri né di impuri, né di illuminati né di pubblicitari, né di voltagabbana né di polemisti, né di moralizzatori né di catastrofisti, ma ha bisogno di cristiani normali, di cittadini semplici e intraprendenti ,anche diversamente ispirati, che siano espressione di partiti, gruppi politici, liste civiche o movimenti e che siano consapevoli delle loro capacità culturali, morali, relazionali, amministrative e programmatiche e, soprattutto, che abbiano la maturità di capire che in politica nessuno è di ruolo, che si vale per il servizio che si è capaci di rendere alla collettività, che la politica non è rissa, mancanza di rispetto, linciaggio morale ma partecipazione e luogo democratico di confronto e di dialogo; che la politica è “risposta ai bisogni della comunità”, ricerca di soluzioni ai problemi piccoli e grandi del territorio in cui si vive.
Chi si sta preparando allora per le elezioni, venga allo scoperto con lealtà e trasparenza. E chi sta invece a guardare alla finestra, smetta solo di criticare, di impallinare le persone, di stabilire dov’è il bene e il male; cerchi invece di giudicare serenamente guardando in avanti, evitando di voltarsi sempre indietro e dando contributi positivi e di speranza per il bene della città.

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