Scicli, sulla conferenza dei capigruppo per lo chalet di Donnalucata, critico Bartolo Ficili

FiciliIl consigliere comunale di Scicli, Bartolo Ficili, interviene con una dura nota in merito alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale di Scicli fissata per lunedì 11 marzo alle ore 11. Preso atto che la riunione non ha prodotto alcun risultato essendo mancato il numero legale previsto dal regolamento, secondo il Ficili si sono verificate delle circostanze preoccupanti. Questa la sua versione dei fatti: “Tenendo conto che le riunioni dei capigruppo consiliari, da quando partecipo ai lavori del Consiglio comunale, non sono mai iniziati in orario, oggi (11 marzo) stranamente sono iniziati in perfetto orario. Secondo il verbale della riunione non sarebbe stato raggiunto il numero legale dei consiglieri rappresentati per dare seguito alla riunione stessa. A questo punto è necessario chiarire che erano rappresentati il 50% dei consiglieri richiesto dall’art.21 comma 10 del Reg. Comunale (Caruso Claudio in rappresentanza del gruppo del Pd formato da quattro consiglieri, Verdirame Rocco Mpa in rappresentanza di due consiglieri, Ciavorella Massimo in rappresentanza di tre consiglieri); quindi facendo una semplice somma e aggiungendo la presenza del Presidente Bramanti si raggiunge il numero di dieci consiglieri e, pertanto, era stato raggiunto il numero legale contrariamente a quanto erroneamente certificato nel verbale di assemblea. In pratica la seduta secondo il regolamento comunale vigente sarebbe stata perfettamente valida. Inoltre occorre sottolineare che io stesso sono giunto alla riunione alle 11,28 ma il Presidente Bramanti ha ritenuto che la riunione non dovesse aver luogo egualmente, contravvenendo ad una prassi consolidata.

Mi chiedo quali possano essere i motivi che spingono il Presidente Bramanti a cercare di eliminare la possibilità di dare un seguito ufficiale al Consiglio comunale aperto tenutosi a Donnalucata lo scorso 6 marzo c.m., perché impedendo la discussione nella riunione dei capigruppo si è impedito di trasmettere a Palermo, al competente assessorato, le risultanze del consiglio comunale aperto sopra detto? In altre parole, perché non si vuole che i cittadini facciano giungere la propria voce ai competenti organi regionali circa la costruzione dello chalet oggetto del consiglio comunale aperto attraverso il Consiglio comunale (eletto democraticamente)”?

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